comuni virtuosi, si prevengono alluvioni
Programmi televisivi, convegni, pagine di giornali sono pieni di notizie sulle variazioni climatiche e sull’assodato cambiamento del tempo, quasi fosse la colpa di tutto; non è così e voci controcampo lo affermano. Anche per l’alluvione in Veneto, al di là delle condizioni metereologiche, una gran parte di responsabilità va attribuita sia alla cementificazione e conseguente impermeabilizzazione di vaste aree, che crea problemi alla ricarica delle falde, sia ai lavori di canalizzazione dei fiumi che ha abbreviato i tempi di scorrimento dell’acqua verso le reti di raccolta; alterazioni che, sommate, riducono la capacità di ritenzione e assorbimento dei suoli.
Il frenetico consumo di suolo, calcolato per l’intero paese in centomila ettari l’anno, ha ormai compromesso in parecchie aree la sicurezza idraulica. E’ stato stimato che dagli anni ’50 ad oggi sia stata seppellita dal cemento un’area pari a tutto il nord Italia.
Cresce però la consapevolezza dei cittadini che si organizzano, così in Piemonte nel 2008 è nato il movimento: “Stop al consumo di territorio” che conta circa 18.000 aderenti, disponibili ad esercitare un controllo del territorio e interagire con le pubbliche amministrazioni. Anche queste ultime danno qualche segnale di risveglio, come il Comune di Cassinetta di Lugagnano che ha varato il primo piano regolatore a crescita zero, con cui ha vinto il premio dell’Associazione Nazionale Comuni Virtuosi.
(cascina in un campo allagato, spunto estetico per una foto)