De Andrè: ultima chiamata.

7 novembre 2010 di: Laura Giambruno


E per me il mondo della donna è sempre apparso, almeno ai miei occhi, come un po’ il mondo del sacrificio. Il sacrificio, prima di tutto, della maternità (De Andrè)

Non penso che in queste frasi De Andrè abbia voluto dare quel significato assoluto che sembrano avere.

Eppure in esse c’è la profondità di una verità di fondo sulla condizione femminile che essendo uomo è difficile da cogliere.

Infatti credo che la cosa veramente lodevole sia la sua capacità nell’intuire una condizione esistenziale, che probabilmente qualche donna sconosce.

È una verità naturale che ci viene proiettata non appena nasciamo dal ventre della madre.

Ci è nel sangue questo sacrificio continuo, questo porre sempre gli altri di fronte a noi, se poi sono uomini ancora prima.

Ci è nel sangue la nostra necessità di aiutare il prossimo anche scavalcando noi stesse, lo spirito della maternità che ci è insito anche senza avere figli.

Questo sacrificio spinto dall’amore ci fa dimenticare la sofferenza, gli egoismi e rimaniamo sempre lì ad ascoltare chiunque passi ed abbia solo bisogno d’aiuto.

E questa è una tra le tante verità che De Andrè con un grande intuito ha saputo dire con i suoi testi, con le sue canzoni, anche soltanto con la sua voce che smuove sentieri inesplorati.

La mostra di De Andrè a Palermo si è conclusa giorno 24 ottobre dopo aver subito un’ ulteriore proroga. Sono felice di esserci andata anche last minute perché non mi avrebbe smosso le così tante corde che sento ancora vibrare mentre riascolto le sue canzoni, percepisco le sue verità.

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