la ribellione della bella ministra
Dedico queste parole alla ministra Mara Carfagna. Non c’è dubbio che sia diventata parlamentare prima e ministra poi grazie alla sua avvenenza, e dentro uno schieramento politico non democratico ed antipopolare. Punto. Ma detto ciò, riconosco che la sua attività ministeriale è stata sempre orientata con fermezza alla difesa dei diritti civili e delle donne. Oggi la ministra fa esplodere una polemica durissima dentro il suo partito (polemica che naturalmente gli uomini e i mass-media tentano di far derivare da piccanti vicende personali), orientata a denunciare i legami dei dirigenti del suo partito con il malaffare e la camorra, ed a sottrarre loro il grande bussiness dei termovalorizzatori in Campania. Silvio (che non perse tempo a dichiararle la sua ammirazione, con la famosa frase che offese Veronica Lario: «Se non fossi già sposato, la sposerei») non ha mai spiegato perché il deputato Cosentino, fatto dimettere da sottosegretario per i suoi legami sospetti con la camorra, sia tuttavia rimasto sempre coordinatore del Pdl nella regione campana. Sarei tentata di individuare, nel comportamento di Mara Carfagna, il segno di quella libertà femminile (diciamo anche, l’espressione mi piace, infedeltà) che le donne elette potrebbero/dovrebbero manifestare in politica. Tuttavia le vicende in corso sono troppo incerte ed ambigue, per fare considerazioni generali.
Però dico: non è giusto (anzi, è pessimo) che l’avvenenza sia una strada preferenziale per affermarsi in politica; la bellezza non deve essere né un lasciapassare né un impedimento. Tuttavia la bellezza non esclude intelligenza, forza di carattere e forse anche la capacità di individuare e sostenere – almeno su qualche frontiera – il bene comune da perseguire. Quindi, nei limiti di ciò che sappiamo (che non è certo tutta la verità) mi sento di dire: forza, Mara!
(le quattro belle ministre del governo del papi)