tutta una frana, ’sto paese …

8 novembre 2010 di: Rosanna Pirajno

Allora, da dove cominciare? Senz’altro da Pompei, dal crollo della schola armaturarum che per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è «una vergogna nazionale» ma per il ministro della cultura Bondi neppure merita le sue dimissioni, che per l’ex soprintendente Piero Guzzo c’è da aspettarsene altri, di crolli, e altri sottaciuti giacché non si fa manutenzione ma piuttosto si spende per comunicazione valorizzazione immagine coordinata e cose da merchandising per spremere turisti intruppati, pure troppi e poco controllati da custodi insufficienti ma si sa ci sono i tagli e bisogna arrangiarsi, che pure sui restauri inadeguati c’è da ridire, cemento armato sui fragili muri in mattoni che cedono sotto carichi spropositati, lavori idrici che non smaltiscono le acque piovane e peggiorano la situazione, che insomma la frana della domus coincide con la frana di sapienza saperi competenze conoscenze e buon senso, smantellati dal «governo del fare» che ha deposto la Cultura per insediare Economia e Mercato che tutto ponno e tutto fanno. Specie se trattasi di Emergenze buone per la Protezione civile.

E non c’è infatti il Veneto allagato, che vuole conto e ragione da «Roma ladrona» che non eroga gli aiuti necessari? Già gli imprenditori colpiti dalla grave alluvione minacciano di non pagare le tasse, e chissà cosa avrebbero da dire gli abruzzesi che ancora sognano la ricostruzione dei centri terremotati, o gli abitanti di Giampilieri e dintorni che si son perse le case sotto il fango delle frane. Ma guai a parlare di eccesso di cementificazione, costruzione, impermeabilizzazione dei suoli, sprawl urbano, imbrigliamento dei corsi d’acqua, occupazione delle aree golenali, no, il sud poveraccio si industria con l’abusivismo e il nord industrioso celebra l’industrializzazione vera, lo sviluppo delle imprese e del territorio, il benessere diffuso, tutto a colpi di capannoni.

E non ci sarebbe inoltre la politica, che taglia i fondi per la messa in sicurezza del territorio e la ministra Prestigiacomo costretta a chiedere scusa dopo aver protestato? Ma, ooops, lo spazio è terminato….

(Pompei, la schola armorum in briciole e prima del crollo)

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