l’anima e il cuore di Terra Madre
Per la prima volta, quest’anno sono stata a Terra Madre. Partecipare a Terra Madre è una esperienza unica. La nozione di Mondo in quei tre giorni, non è più un concetto astratto bensì una realtà resa tangibile e presente dai tanti volti che si osservano, da tutte le lingue che si intrecciano, dai prodotti di tutte le Comunità del Pianeta che si incontrano in queste incredibili giornate. Le donne e gli uomini sono lì per parlare delle loro culture attraverso il cibo, attraverso quello che coltivano e preservano. Lo scambio di notizie e informazioni è in quei giorni globale, avvicinando in senso fisico i vari localismi. Sono le Comunità del Cibo di tutto il mondo che si danno appuntamento per diffondere la necessità e l’obbligo di difendere la Terra Madre.
E le donne hanno un ruolo fondamentale in questa operazione di cura e di infinita attenzione.
Durante il discorso di apertura, Giovanni Petrini, presidente di Slow Food e anima, insieme a Vandana Shiva, di Terra Madre, ha detto che è importante ascoltare la voce degli indigeni, dei contadini, delle donne e degli anziani. Sono loro, anche se ancora ricoprono in un contesto globale ruoli marginali, che sapranno indicare la strada giusta, insieme ai giovani a cui spetta il compito di coniugare le nuove tecnologie ai saperi tradizionali. Una sfida difficile, ma anche l’indicazione di un percorso necessario. Per intraprendere questa strada dobbiamo imparare a comporre un mosaico formato dalle tante iniziative locali che operino «per una rigenerazione educativa e cognitiva legata indissolubilmente all’etica e agli stili di vita». Come? Rafforzando e valorizzando la diversità, la più grande forza creativa del mondo, rafforzando la reciprocità, attraverso il dono e il controdono innescando il meccanismo virtuoso della generosità, con il dialogo e l’incontro e infine applicando il concetto di fraternità. A questo punto, in tanti, fuori dal “cerchio magico” creato dal mondo riunito in una grande, enorme sala, sorridono con sufficienza indicando come ingenui e sprovveduti tutti noi che ascoltiamo e crediamo che sia quella l’unica direzione da seguire, se vogliamo provare ad arginare gli effetti devastanti di un sistema che ci vuole, sempre e soltanto, competitivi e individualisti .
Ha detto anche: «I contadini sono gli intellettuali della terra e dei mari, sono pensatori capaci di concretizzare i loro saperi», e poi rivolgendosi direttamente alle donne e agli uomini di Terra Madre: «Abbiate il coraggio di sentirvi pari ai grandi pensatori perché in più avete il cuore e l’anima giusta per cambiare il mondo. Un ultimo favore: fate in modo che la rete entri in maniera profonda sui territori, date gambe alla nostra idea. Terra Madre non è solo l’appuntamento biennale di Torino, ma si vive tutti i giorni in ogni angolo del mondo. Rafforzatevi e condividete la visione olistica del nostro pensiero. Ce l’hanno insegnato gli indigeni, gli unici capaci di andare a scavare nel fondo della nostra anima. Noi l’anima l’abbiamo venduta, loro la difendono».
Non si tratta di buoni proponimenti, si tratta di sopravvivenza.