Parallelismi sospetti

13 dicembre 2010 di: Elena Ciofalo

L’Università pubblica protesta da più di due anni contro i tagli subiti dal Governo. L’Onda, che ha visto per la prima volta mobilitarsi l’intera rosa del comparto universitario, dagli studenti ai ricercatori e ai docenti di ruolo, protesta nelle piazze, via internet e nelle aule di lezione contro l’impoverimento della ricerca e dell’Università pubblica e accessibile. Si protesta inoltre contro il rischio della trasformazione delle Università in fondazioni, con l’entrata dei privati nei Consigli di amministrazione. Tutto ciò nonostante una formazione libera, accessibile e di qualità per tutti immetterebbe nuove leve di adeguato spessore nel tessuto lavorativo italiano.

Il settore cine-audio-visivo italiano protesta contro i tagli alla cultura che riducono il Fondo unico per lo spettacolo (FUS), che già occupava solo lo 0,2% del Pil, da 400 a 250 milioni di euro. La “protesta del 100 autori”, che vede per la prima volta riuniti dai tecnici agli imprenditori del settore, manifesta in tutta Roma e ha manifestato al Festival del film della capitale e alla Casa del Cinema, ente comunale romano che ospita proiezioni e convegni e che rischia di diventare una fondazione con l’ipotetica entrata dei privati nel Consiglio di amministrazione. Tutto ciò nonostante nel cinema “un euro investito ne vale tre”, perché ogni produzione implica un feedback  economico.

Il vertiginoso parallelismo tra i due mondi dell’Università e dello spettacolo si commenta da solo.

Di fronte a tutto ciò c’è da chiedersi se, per caso, i tagli non si inseriscano in un quadro di blocco della libera circolazione della cultura in tutte le sue forme espressive, dalla cattedra alla pellicola, capace di generare senso critico e dunque dubbi sui tempi bui che stiamo vivendo, fatti di subdola privazione delle libertà fondamentali.

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