diseguali e infelici, una ricerca ci inchioda
La diseguaglianza è all’origine di tutti i problemi sociali. Qualcuno l’aveva già detto, mi pare, eppure sembra più che mai necessario sostenerlo. È ciò che hanno fatto due studiosi inglesi, un economista e un’antropologa, non su basi ideologiche o di teoria politica ma con metodi propri delle scienze sociali, in un libro dal titolo emblematico La misura dell’anima, che è il risultato di trent’anni di ricerche e comparazioni statistiche tra dati raccolti in tutti i cosiddetti paesi sviluppati. Mettendo in relazione la sperequazione dei redditi con l’incidenza di diversi problemi sanitari e sociali (tra cui disagio psichico, dipendenze, varie forme di violenza ma anche mortalità infantile e speranza di vita), viene dimostrato che questi non sono correlati al reddito medio, ma al grado di diseguaglianza, cioè all’entità del divario tra ricchi e poveri in una data società; e quindi non è la crescita economica complessiva di una nazione che rende i suoi abitanti più sani e felici, ma la minore disparità economica e sociale tra di essi. Per di più gli autori mostrano che anche i più ricchi traggono benefici da una minore diseguaglianza, là dove esiste.
Non vi sembra di sentire già una vocetta strillare “comunisti!”? (trattandosi di compassati professori britannici, comunisti in tweed e non in cachemire…). A proposito: l’Italia, come si poteva immaginare, è tra i primi dieci paesi più ricchi ma anche tra i più diseguali, con enormi differenze territoriali nel grado di disuguaglianza: e la forbice sociale è cresciuta sempre più a partire dagli anni ottanta-novanta; è diminuita invece, in misura inversamente proporzionale, la mobilità sociale: i figli riescono con difficoltà a mantenere il medesimo status dei genitori, figurarsi migliorarlo: la diseguaglianza dei redditi è tornata ad essere ereditaria. Dobbiamo chiederci, allora: siamo ancora (siamo mai stati) un paese moderno? Quanto ancora si può tollerare non solo una distribuzione così squilibrata delle risorse, ma anche la riproduzione inesorabile delle disuguaglianze attraverso le generazioni?
Ciao Rossella avevo letto anch’io questo libro, mi è piaciuto molto, credevo fossi l’unica ad averlo letto,mi fa piacere che tu ne abbia parlato.
rossella questa teoria non comunista ma di un filosofo liberale la dovrebbero leggere tutti quelli che pensano che i comunisti mangiano i bambini.
La diseguaglianza ha sempre creato sofferenza e come dici l’Italia ci sta provando in tutti i modi a moltiplicarla. Hai fatto bene a parlarne.
Grazie a tutte, sono contenta che il mio interesse per queste ricerche sia condiviso; questo libro ha suscitato molto scalpore in Gran Bretagna (ben poco in italia…) e gli autori hanno fondato un movimento, denominato Equality Trust, con l’intenzione di avviare una rete di gruppi di attivisti dell’uguaglianza; si possono trovare risultati di ulteriori ricerche e altre informazioni sul sito http://www.equalitytrust.org.uk.