emergenza lavoro, nei dati Istat
Questione giovanile o emergenza lavoro? Secondo il controverso allarme dell’Istat, in Italia il 28,9% dei giovani tra i 15 e i 24 anni non ha un’occupazione. Già nel novembre scorso il dato generale Istat dei senza lavoro aveva raggiunto l’8,7% con maglia nera alle regioni del Sud e primato femminile.
C’è chi si consola pensando alle percentuali di Europa e Usa, dove l’allarme occupazionale è ben più grave rispetto a quello che si registra nel Belpaese. Ma il tallone d’Achille dell’emergenza italiana è nel fatto che i disoccupati Istat non includono gli sfiduciati. Quante sono le persone che un lavoro non lo cercano più, scoraggiate dal consegnare invano copie e copie di curricula aggiornati e riscritti? Tante. Così tante che, se fossero incluse fra i disoccupati, la percentuale Istat supererebbe il 10%, almeno secondo le affermazioni del segretario Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi.
Gli sfiduciati si concentrano soprattutto al Sud, ingrossando le fila di quella disoccupazione reale che continua a sfuggire alla propaganda e agli stereotipi della politica e delle istituzioni. Se l’allarme lavoro riguarda soprattutto i giovani, tra i disoccupati e gli sfiduciati non sono pochi i soggetti che si avvicinano ai quaranta, egualmente portatori di diritti e risucchiati dal vortice dell’emergenza occupazionale, in un Paese dove la crisi economica cambia i connotati anche all’occupazione creata dalle grandi imprese e dallo Stato.
Si tratta di aspetti drammatici che dovrebbero meritare più attenzione, almeno in una Repubblica che nel lavoro, e non nell’età anagrafica, ha il proprio fondamento.