Gente di qualità
Una bambina viene confortata dalla madre durante l’ evento di circoncisione di massa destinato ad onorare la nascita del profeta Maometto.Bandung, Indonesia,23 Aprile 2006. Foto di Stephanie Sinclair
Alla Triennale di Milano alla mostra Disquieting images-Immagini Inquietanti, collettiva che presenta le opere di 24 fotografi, ci sono anche le immagini di Stephanie Sinclair.
La fotoreporter americana, 37 anni, partecipa con A cutting Tradition: Inside An Indonesian Female Circumcision Celebration : reportage realizzato in Indonesia nell’ Aprile (mese lunare che coincide con la nascita del profeta Maometto) del 2006 durante la cerimonia annuale di circoncisione di massa, promossa dall’ organizzazione islamica Assalaam Foundation, gratuita ed aperta al pubblico.
Stephanie Sinclair è una free-lance che ha scelto attraverso il suo lavoro di documentare e denunciare le violazioni dei diritti umani e delle pari opportunità tra l’ India ed il Medioriente.
Le circoncisioni durante questa celebrazione avvengono per mano di levatrici, in un centro di preghiera e nelle aule vuote di una scuola elementare, sui banchi ricoperti da lenzuola.
Alle bambine , accompagnate solitamente dalle loro madri, dopo l’ intervento viene offerta una tazza di latte e dato un piccolo regalo: della frutta o un pezzo di stoffa.
La circoncisione femminile avviene per motivi religiosi: in molti paesi è diffusa l’ idea che le ragazze non-circoncise non possano curare in modo corretto l’ igiene personale dopo aver urinato, e soprattutto che la preghiera delle donne non pulite rimanga inascoltata.
Una donna non pulita è anche spesso troppo eccitata per aver cura della propria casa. Inoltre le non circoncise rischiano di non trovare marito.
Secondo i dati del Population Council in Indonesia il 96% delle figlie viene circoncisa prima dei 14 anni.
Stephanie Sinclair ha ricevuto l’ Alexia Foundation Professional Grant, il premio dell’ Unicef per la Fotografia dell’ anno, per aver documentato il problema dei matrimoni imposti ai bambini, ed il World Press Photo per le donne coraggio in Afghanistan.
( M. Di Trapani)