indignarsi ora, presto, tutte/i
Sta per apparire in italiano un librettino che in Francia ha ottenuto uno strepitoso successo, raggiungendo in pochi mesi il milione di copie. Ho avuto occasione di conoscere il suo autore, Stéphane Hessel, ad un convegno in Germania, di cui era l’ospite d’onore. Con il suo charme da gentiluomo d’altri tempi, questo splendido giovanotto di 93 anni ha affascinato l’uditorio, recitando a memoria innumerevoli brani delle opere degli autori tedeschi da lui amati. Hessel è testimonianza vivente di quasi un secolo di storia europea. Suo padre, Franz, rampollo di una famiglia di banchieri ebrei-tedeschi, giovanissimo fece parte dell’ambiente culturale della Monaco tra Ottocento e Novecento, a contatto con personaggi, quali il poeta Stefan George e la sua cerchia, e la contessa Franziska zu Reventlow, leggendaria figura trasgressiva dell’epoca, che nel suo romanzo Da Paul a Pedro raffigurò la scandalosa convivenza con Hessel ed un altro uomo. Il nuovo ménage a trois di Hessel con la futura moglie, la pittrice Helene Rund, ed il mercante d’arte Henri-Pierre Roché ispirò il celebre film di Truffaut, Jules et Jim.
Tra Parigi e la Germania, Franz Hessel, tradusse, scrisse, e divenne famoso per le brillanti descrizioni della Berlino tra gli anni Venti e Trenta. Rifugiatosi in Francia nel 1938 per sfuggire al nazismo, dopo l’invasione tedesca fu internato nel campo di Sanary-sur-Mer e morì nel 1941. Il figlio Stéphane nato a Berlino e vissuto in Francia, combattente partigiano, sopravvissuto al campo di Buchenwald, dopo una brillante carriera diplomatica – è stato segretario della Commissione Onu per i diritti civili – è diventato famoso negli ultimi anni per le sue battaglie in questo campo e per l’attività di scrittore. Con splendida maturità e immutato ardore giovanile, in questo suo pamphlet Indignez-Vous richiama, in Francia e ovunque, all’obbligo dello sdegno, invita al coraggio della trasgressione ed al rifiuto della pigra complicità. Il compito della cultura – sempre – in tempi oscuri. Doverosa allora la lettura di un simile testo in un momento in cui sembrano dominare acquiescenza e accettazione acritica di ogni bugia del potere. E che un tale messaggio venga da un autore alle soglie dei cent’anni, mentre i ragazzi scendono in piazza, toglie ogni alibi anche a tutti quelli che giovani non lo sono più.
brava! recuperiamo la nostra indignazione, orrore ha detto marina berlusconi? ma siamo noi a doverlo dire!
indignarsi che bella parola dimenticata, indignamoci dunque!