da un’Italia che merita di meglio

9 febbraio 2011 di: Daria D’Angelo

Il confine è ormai sottile, fra l’imbarazzo e il disgusto, ma ancora sembra non intaccare la serafica ironia e leggerezza del nostro Premier, i cui seguaci, senza scrupoli, continuano a sostenere che «a casa sua può fare quel che gli pare». Forse, ma non ci importa proprio cosa prevede la legge e non è nemmeno una questione di politica, stiamo parliamo di cattivo gusto, dell’immagine di un’Italia scadente e impunita. Tutto ciò che sta accadendo è umiliante e pericoloso. Un capo del governo che non riesce a darsi, nei comportamenti personali, un profilo all’altezza dei suoi doveri istituzionali non mina solo la sua personale moralità, ma diffama il Paese.

E ciò che ne consegue è lo sconvolgimento di equilibri fatti, fin qui, di quei valori per i quali i nostri soldati combattono e muoiono, di istituzioni nelle quali si cerca ancora di credere. E’ l’educazione dei figli ad essere tagliata fuori da tutte quelle stesse ideologie tramandate e dissacrate anche da certi comportamenti, sono i nuovi padri che perdono autorità, i figli che si sentiranno sempre più autorizzati a superare ogni limite, perché non è più chiaro qual è il limite, le figlie a essere ancora più spregiudicate pur di conquistare più denari e nuovi favori. È la degradazione delle finzioni ipocrite da sbandierare solo in campagna elettorale.

Che idea si sta facendo del nostro Paese la comunità internazionale? Quale modello di vita possiamo mostrare ai nostri figli, e con quanta credibilità? Quale sarà l’Italia che lasceremo alle generazioni future? Non sarà certo più il paese dei maccheroni pizza e mandolino, diventerà quello di escort, scialo e impunità. Non è facile arginare un decadimento morale e culturale. Le accuse sono gravi, si parla di prostituzione minorile, di un’organizzazione finalizzata alla prostituzione che utilizza il personale, gli immobili, le televisioni e gli apparati di protezione del capo del governo. Sono accuse che vanno provate o smentite non con videomessaggi, ma in un tribunale. Parliamo di coscienza, non di politica, sperando che il nostro Premier ne abbia una. Parliamo di un’Italia che perde dignità e che, come sostiene il Financial Times, merita di meglio.

2 commenti su questo articolo:

  1. maria cristina scrive:

    Certo Daria non era da stare neanche allegri nell’essere considerati pizza e maccheroni,comunque meglio i mandolini che i festini, ma noi siamo molto di più di tutto questo e confido nel futuro.

  2. eleonora scrive:

    Cara Daria D’ Angelo ma lo dicevi ironicamente il fatto di pizza,mandolino,maccheroni ? perchè anche allora veniva considerato con disprezzo. Certo meglio del Bunga Bunga ma insomma… meglio un velo pietoso!

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