Gente di qualità
Foto di Gregory Crewdson dalla serie Twilight ( 1998-2002 ). Lavoro che si caratterizza per l’ indomita e affascinante energia naturale rappresentata all’interno delle abitazioni.
Al centro della ricerca del fotografo americano Gregory Crewdson ( Brooklyn 1962) sono l’ intimità, la solitudine, desideri e nevrosi della società americana. Lui stesso ha raccontato in una conferenza stampa a Roma che l’ esigenza di mettere in scena il silenzioso contatto tra l’inconscio e le profondità della psiche, deriva dalla sua infanzia : “ Mio papà era uno psicanalista, con lo studio al piano di sotto della nostra casa. Spesso quando ero piccolo mi nascondevo vicino le scale per tentare di origliare le sedute dei suoi pazienti. Non sentivo quasi mai nulla, al massimo percepivo stralci di frasi e il resto rimaneva uno spazio aperto alla mia immaginazione”.
Le sue immagini sembrano voler raccontare il punto di contatto tra la realtà – descritta nei suoi minimi dettagli- e la finzione.
“Twilight” (1998-2002) è la serie che lo ha portato ad ottenere un riconoscimento internazionale come artista. Un lavoro in cui “l’intrigante e oscura energia di una natura indomabile giunge nel salotto”. Foto ammalianti per la loro inquietante bellezza e misteriosa atmosfera.
Mentre i cicli “Dream House” (2002) e “Beneath the Roses” ( 2003-2005 ) evocano le atmosfere visionarie dei film di David Lynch e Steven Spielberg.
Staged photography, è la definizione di questo tipo di fotografia in cui Crewdson con l’ uso teatrale di luci e l’impiego di elementi fantastici e incantati, lavora più come regista che fotografo. Ogni immagine è realizzata attraverso un folto team : da 30 a 150 persone coinvolte tra tecnici degli effetti speciali, computer graphic, etc…
Per la densità dei dettagli narrativi un ‘ immagine è paragonata ad fotogramma di un film. Possono occorrere anche tre mesi di lavoro per portare a termine i suoi -single – frame movies-
Sanctuary è il titolo suo ultimo lavoro in mostra fino al 5 Marzo 2011 presso la galleria Gagosian di Roma. 41 scatti in bianco e nero, dove è assente la presenza umana adesso: è il set cinematografico il soggetto delle fotografie. Immagini malinconiche realizzate all’alba e al tramonto sulle ambienzioni della serie televisiva “Rome”. Dominano solo le ombre delle architetture deserte, rischiarate soltanto dagli improvvisi raggi di luce del giorno.
“Come in gran parte del mio lavoro, ho osservato l’indefinita linea di confine fra realtà e finzione, natura ed artificio, bellezza e decadenza.”
Info. http://www.gagosian.com/exhibitions/2011-02-03_gregory-crewdson/
Mariachiara Di Trapani