il Poeta e il suo Paese
Il blitz non è riuscito. E ne stiamo ancora parlando. Il “federalismo”, quello a rischio, quello non equo e utile, così come lo hanno impacchettato al nord, segna il passo. Temporaneamente purtroppo, perché c’è da ritenere che dopo la vaga espressione di smarrimento palese sui volti di Bossi e Tremonti fianco a fianco e, poco oltre, su quello di Calderoni dopo lo stop, puntuale e doveroso, del Presidente Napolitano, riprendano fiato. Resta infatti l’aula coi voti che raccatta, offrendo cariche ed incarichi ai famelici parlamentari di turno, l’immarcescibile cavalier Berlusconi, ed è lì che si può agguantare questa prepotente vittoria. L’unica, la sola che vuole la Lega che dell’Italia (ci passi la rima) proprio se ne frega. Del resto Italia, e non ne ha fatto mistero, non si ritiene questa fetta di territorio, ma solo, esclusivamente, Padania – anche se manda i suoi a governarci sino all’estremo lembo del paese. Non valuteremo mai abbastanza il peso del “peccato originale” di una Unità beffata che, non certo incolpevole la Sicilia, ci vede ancora oggi a scontarne troppi mali. Pure, mentre andiamo celebrandola, non senza sfilacciature, sparandoci addirittura un giorno di vacanza, non riusciamo a tirar fuori alcuna somma utile, né fra i tanti servizi, documentari, dibattiti e convegni, ravvisare una qualche deduzione salvifica per il futuro che avanza.
Rimaniamo con la vista corta: mentre il quadro internazionale di rivolta e di sangue, di accordi a rischio, di possibili rimescolamenti, dà paurosi segnali, noi ci avvitiamo, seppur assai comprensibilmente, nel bisogno di far fuori l’attuale presidente del Consiglio, trascurando o ignorando ciò che, nello scenario politico, ci attende.
Sembra proprio che l’Italia resti se non proprio serva, di «dolore ostello, nave senza nocchiero» – perché chi si ritiene e riteniamo tale ci lascia – «in gran tempesta» e letteralmente «bordello». Diceva del suo presente ma aveva un gran potere divinatorio, il sommo Poeta!
