ancora sul ko alla preferenza di genere
Ancora una volta la classe politica dirigente siciliana mostra il suo volto retrivo e maschilista. All’Ars la votazione sulla legge elettorale, segreta perché così voluto da una dozzina di deputati del Pdl e del Mpa, affonda l’emendamento che avrebbe introdotto la seconda preferenza “di genere”, consentendo un riequilibrio della rappresentanza femminile nei luoghi decisionali. Con ogni probabilità è stato uno schieramento trasversale ad assestare il sonoro ko alla possibilità di partecipazione delle donne alla politica, con 38 no e 28 sì all’emendamento. E’ sconcertante assistere all’inesorabile inversione di rotta della Sicilia rispetto alle altre regioni italiane. Nella stragrande maggioranza dei casi infatti i consigli regionali si sono dotati di strumenti legislativi di diversa intensità volti a garantire una rappresentanza delle donne nelle liste e nell’accesso alle cariche elettive; in Campania, ad esempio, oltre alla doppia preferenza di genere, è stata introdotta la regola per cui «in ogni lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati». Oggi in Sicilia invece assistiamo alla svendita di un accordo politico sulla pelle delle donne: questo siluramento è l’ennesima riprova, se ce ne fosse stato bisogno, che da un lato gli uomini sanno che le donne hanno capacità e forte potenziale di consenso e dall’altro che gli stessi non hanno nessuna intenzione di mollare potere e poltrone; si nega così nelle istituzioni una realistica oltre che necessaria rappresentazione della composizione della società.
Cara Antonella,
che ne diresti se alle prossime elezioni, qui in Sicilia, iniziassimo a votare “donna”?
Non sono troppo d’accordo con questa formula, però ad essere realiste, forse è una potenziale strategia.
Iniziamo a cercare donne che ci rappresentino bene, che possiamo innanzitutto stimare.
Che ne pensi?
Ornella
Antonella Monastra è già consigliera comunale di questa città ed è stata votata da molte donne palermitane. Individuare altre donne non è semplice. Sai bene , ornella, che molte donne vanno al governo, si omologano alla politica maschile ed eseguono gli ordini di partito. Insomma non ci rappresentano perché fanno le stesse cose che fanno gli uomini. Non c’è scarto, non c’è deifferenza. Per questo non vedo positivamente una lista di sole donne. Antonella è un raro esempio di come si possa fare un’altra politica ma…dove sono le altre donne? Una donna che stimo molto è Daniela Dioguardi che ha tentato, quando è stata deputata, di agire diversamente anche dai suoi compagni di partito e per questo, credo, abbia avuto vita difficile all’interno di Rifondazione Comunista. Poi il governo Prodi è caduto. Spero, come donna, che Dioguardi per un prossimo impegno non si tirerà indietro. Grazie ad Antonella Monastra per quello fa per la nostra città. Ciao