la fine e l’inizio
(Come parlare della guerra? l’unico modo giusto forse è quello di far parlare per noi una grande Poeta, nella ricorrenza della Giornata mondiale della Poesia)
Dopo ogni guerra/ c’e’ chi deve ripulire./ In fondo un po’ d’ordine/ da solo non si fa.
C’e’ chi deve spingere le macerie/ ai bordi delle strade/ per far passare/ i carri pieni di cadaveri.
C’e’ chi deve sprofondare/ nella melma e nella cenere,/ tra le molle dei divani letto,/ le schegge di vetro/ e gli stracci insanguinati.
C’e’ chi deve trascinare una trave/ per puntellare il muro,/ c’e’ chi deve mettere i vetri alla finestra/ e montare la porta sui cardini.
Non e’ fotogenico,/ e ci vogliono anni./ Tutte le telecamere sono gia’ partite/ per un’altra guerra.
Bisogna ricostruire i ponti/ e anche le stazioni./ Le maniche saranno a brandelli/ a forza di rimboccarle.
C’e’ chi, con la scopa in mano,/ ricorda ancora com’era./ C’e’ chi ascolta/ annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto li’ si aggireranno altri/ che troveranno il tutto/ un po’ noioso.
C’e’ chi talvolta/ dissotterrera’ da sotto un cespuglio/ argomenti corrosi dalla ruggine/ e li trasportera’ sul mucchio dei rifiuti.
Chi sapeva/ di che si trattava,/ deve far posto a quelli/ che ne sanno poco./ E meno di poco./ E infine assolutamente nulla.
Sull’erba che ha ricoperto/ le cause e gli effetti,/ c’e’ chi deve starsene disteso/ con una spiga tra i denti,/ perso a fissare le nuvole.
sempre gradite le poesie !