leggiadra ministro Prestigiacomo le scrivo…
Gentile signora Stefania Bellucci, in arte Ministro Stefania Prestigiacomo, c’è un destino nei nomi perché quello che le ha portato in dote suo marito, notaio Angelo Bellucci, a parte che ricorda la Monica nazionale, le si addice perché lei è proprio bellina, belloccia… ma no, ecco ho trovato: lei è leggiadra! Anche se questo termine non è più usato dai tempi dell’Arcadia, è quello che maggiormente le si addice. Cara Stefania, lei ha il vezzo di scuotere la testa e i suoi capelli la seguono, quasi mossi da un vento, mentre lei sembra restare in ascolto, come se da quelle onde bionde dovesse uscire una melodia, un suono di campanellini. I suoi occhi, in quei momenti hanno lo sguardo di chi non sa che espressione prendere e forse per questo lei non ne assume mai nessuna. Leggiadra ministra, un’altra sua prerogativa è quella di trascinare le “e” della frase all’infinito, tanto che restano, a lungo, impigliate nel discorso formando un piccolo suono. E’ un suono simile a quello di un agnellino che riporta alle nostre menti prati e pascoli verdi adatti al suo ministero dell’ambiente. Lei può credere che io faccia dell’ironia, ma le mie sono solo constatazioni perché noi crediamo nella sorellanza e siccome lei è donna e anche madre e, si sa, son tutte buone le mamme del mondo, non abbiamo mai dubitato di lei. Non ci siamo, per esempio, chieste come mai le avessero dato il ministero delle pari opportunità venendo da una famiglia nella cui fabbrica di vetro resina, per ottenere qualche opportunità, gli operai avevano dovuto lottare non sempre vincendo. Non abbiamo profferito parola sul fatto che poi le fosse stata affidata la tutela dell’ambiente quando nella sua zona natia, Siracusa chi inquinava di più (vari processi a carico lo dimostrano) era proprio la Ved, vetroresina engineering development appartenente alla sua famiglia. Saremo ingenue, ma abbiamo pensato che il suo impegno politico fosse anzi una forma di espiazione. Le faccio notare che non le abbiamo mosso critiche neanche quando ha nominato alla presidenza dell’Ippc (commissione che ha il compito di preparare l’istruttoria tecnica per il rilascio dell’autorizzazione ambientale a circa duecento fra le più grandi aziende italiane) il ricercatore dell’università privata Kore di Enna, Alessandro Tricali, esperto di pavimentazioni stradali, che si era, fino a quel momento, occupato di fondi bituminosi e messa in opera di questi… Non abbiamo neanche criticato quando al vertice del Gran Sasso è stato scelto Arturo Diaconale, editorialista del Giornale. In verità, allora, qualcuno osò chiedere ma «che ci azzecca un giornalista» ma lei frenò l’impudente replicando «Vi lamentate perché non è di sinistra?». Leggiadra ministra, forse sarebbe stato necessario spiegare che non era una questione di destra o di sinistra ma un giornalista entra in contatto con vette maestose, stambecchi e caprioli solo nel caso faccia il turista! Eppure noi abbiamo continuato a crederle. Lei aveva l’aria e certi stupori di una principessa delle favole e noi non volevamo rappresentare né la strega, né l’orco che la risvegliavano dal sogno.
Paradossalmente, però, è lei che ci ha risvegliato, all’improvviso, in pieno incubo! Credendo chiusi i microfoni ha confidato al suo nemico-amico Tremonti: «Non possiamo parlare più di andare avanti con il nucleare, altrimenti perderemo voti alle amministrative». Signora Stefania Bellucci in arte ministro dell’ambiente, con il nucleare non si rischiano i voti ma la vita dei votanti! Qualcuno le ha parlato di Hiroshima, di Chernobyl e del più recente Fukushima? Ebbene glieli ricordiamo noi ora. Le proponiamo di consultare esperti adatti, e non quelli di diritto amministrativo, e di costituzionale di cui ama riempire il suo ministero, perché, dopo lo sbrigativo fuori onda in cui elegantemente ci mandava al diavolo, infatti, commettere un errore sul nucleare è proprio ridurre la terra un inferno, e ho l’impressione che, qualunque indice di gradimento avesse avuto fin ora, da oggi in poi lei sarà solo sgradita! Faccia qualcosa dunque di tangibile per acquisire consensi. Non basta, dopo la gaffe in diretta, risollevare le sue sorti con questa frase di rammendo «non bisogna farci prendere dall’onda emotiva» che ha pronunciato, come sempre, muovendo i capelli e facendo intendere che l’unica onda valida è quella delle sue bionde chiome.
Sarcasmo e ironia, come sempre, confesso che ti leggo col doppio intento di divertirmi e imparare a scrivere come te!
L’affidamento dei ministeri sembra rispondere ad una specie di legge del contrappasso rivisitata per cui chi è reo di un peccato in precedenza, una volta raggiunta la carica politica assume la posizione opposta al peccato stesso. Penso alla Carfagna che con il passato da showgirl alle spalle adesso è ministro per le pari opportunità, o appunto alla Prestigiacomo che proviene da una famiglia di industriali inquinatori ma ora è ministro dell’ambiente, o alla Gelmini che non ha mai brillato all’università e si è laureata a stento, ma che ora è ministro dell’istruzione!
ormai nei tuoi pezzi la risata è assicurata, anche la tristezza però.Le notizie se sono (ne sono sicura)vere sono drammatiche,
come singoli possiamo ridere, come collettività tentare il suicidio di massa!!!
Ormai è un appuntamento divertente ma, difronte a certe notizie, buttate là per caso, sale la rabbia, ah quanta rabia sale! Noi certe cose le ignoravamo.almeno io le ignoravo
Divertentissimo, si ride fino alle lacrime ma di orrore per questo governo.
Brava, anzi bravissima. A me, con il divin poeta, vien da dire: ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello. Passano i secoli ma la musica è sempre la stessa. Poveri noi !!!!…….
A me viene solo di dire come la ministra del gregge berlusconi behhh perchè anche noi siamo pecore a continuare a belare litigando su tutto non creando una giusta opposizione.
Vorrei precisare, solo per chi mi conosce, che la Lucilla del commento scritto sopra non sono io e che quando commento preferisco scrivere, come finora ho fatto, anche il mio cognome. Scusate.
Cia silvana leggo solo ora il tuo articolo come sempre esilarante, ma anche duro per noi che ancora non facciamo la rivoluzione… purtroppo neanch’io sono una rivoluzionaria. Aspetto comunque una lettera a Brunetta perchè no anche anche all’ elegante ministro Romano.
Cara Silvana, ho dovuto prendere un po’ di tempo per riflettere e scrivere.
Il trionfo del look. La coerenza del look e dell’ipocrisia.
Aggiungo qualcosa a quanto scritto da Elena.
Mi colpisce la coerenza tra il Ministero da dirigere e il look ad esso connesso.
La Sig.ra Prestigiacomo/Bellucci, algida, casta, dall’aria “pulita”. Deve necessariamente ricoprire un Ministero che di “pulito”, in Italia ha ben poco. Vedi il nucleare.
La coerenza del Ministro Gelmini. Look da “maestrina della Brianza”. Controllata. Puntuale. Severa, quanto basta. Ma profondamente “incolta” e esplicitamente “ottusa”. Per queste ragioni merita il miglior Ministero, per lei quello dell’ignoranza.
Andiamo al Ministro delle Pari Opportunità. Look “bon-ton” e androgino quanto basta. Va bene così sia per le donne che per gli uomini. Parla come un libro stampato e imparato a memoria.
Ho qualche riserva nel credere che abbia compreso a fondo il significato delle parole “pari” e “opportunità”.
A loro tre, tante “opportunità”. A noi comune mortali neanche la parola “pari”.
Scusate la mia insolenza.
Con rispetto, Ornella