tagliando tagliando che male ti fo
Il governo del fare ne ha fatta un’altra delle sue. Ha tagliato altri 50 milioni di euro al Fus (Fondo Unico dello Spettacolo) che vanno sommati ai 27 “congelati” (questo è il termine tecnico) già alcuni giorni fa e quindi arriviamo alla cifra di 77 milioni in meno per il mondo dello spettacolo. Teatri, orchestre, balletti, cinema sono alla fame. Ma l’ineffabile Tremonti con la sua scure taglia fondi, non perdona. Anche perché dal ministero Beni culturali nessuno fa la voce grossa per farsi rispettare. Al contrario il ministro Bondi si comporta già da ex: non va in ufficio da tempo e ha dichiarato di sperare che il suo successore «abbia l’autorevolezza e la forza di porre rimedio e invertire l’attuale situazione». Un modo elegante per ammettere la propria inettitudine. Ma intanto? Il comparto langue. La musica deve far fronte ai suoi bisogni con appena 35 milioni, la lirica con 122, il teatro con 42, il cinema con 47 e, infine, la danza con appena 5 milioni. Teatri di provincia rischiano seriamente di chiudere; spettro che incombe anche su Cinecittà Luce, vera miniera di filmati d’epoca ricchi di storia.
Ma si sa che la lingua batte dove il dente duole. Istruzione, cultura, spettacolo, sono la spina nel fianco di questo governo perché “inculcano” un pensiero divergente, un ragionare personale che non permette di divenire eterodiretti da media mediocri e appiattiti su un unico pensiero. La cultura spaventa e bisogna azzopparla con la scusa, ormai divenuta famosa, che di “cultura non si mangia”. Errore: la cultura, come sanno negli alti paesi, come la Francia e la Germania, fa reddito, porta soldi al paese sotto vari aspetti, indotto compreso fino al turismo.
Ma tant’è. L’importante è che dal cilindro del prestigiatore, per magia siano saltati fuori 6 milioni di euro per sovvenzionare la Fondazione Zeffirelli, artista considerato vittima di attacchi della sinistra. Mors tua vita mea.