una maxitendopoli a Bruxelles?
E se mettessimo una maxitendopoli a Bruxelles? O a Berlino o nelle campagne francesi, o in Padania, sempre tanto brava ad organizzarsi? Se per un momento smettessimo di pensare che esiste solo Lampedusa e l’asso nella manica di Mineo, e alla faccia della gente del luogo aperta e bendisposta ma ormai soffocata dagli eventi, generosa e sensibile ai casi umani ma consapevole che di quel che le sta accadendo non solo paga un prezzo altissimo e non dovuto, ma perdippiù continuerà a pagarlo, non sarebbe il minimo di ciò che governo italiano ed europeo dovrebbero immediatamente fare? Ma in Europa tutto viene filtrato da lontano e le decisioni di controffensiva a Gheddafi giungono con ritardo e col maggiore rischio per l’Italia. E anche in Italia, a parte l’attenzione e le richieste del ministro Maroni, si prendono poco plausibili distanze. Vedi giorni fa l’on. Stefania Craxi, in rapido passaggio nell’isola: alla pubblica richiesta di aiuto e collaborazione del sindaco di Lampedusa e dei giornalisti con lui, per far trasferire una parte almeno di chi arriva di continuo nell’isola, in altre località del paese – unico e unitario, se davvero è così che lo abbiamo celebrato – ha risposto con un vago sorriso e qualcosa come «altrove posti occupati». Che equivale a un educato «vedetevela voi».
Intanto nei servizi televisivi ci si accorge che chi sbarca, certamente stremato e stanco, la forza di contestare la trova e si mostra sdegnato dalla mancanza di buoni o decenti servizi. Lamenta di trovarsi scomodo, cosa che forse non accadrà per i più fortunati a Mineo. Ma sarà costretto a situazioni ben più gravose, se continuano ad arrivare i suoi fratelli, un barcone dopo l’altro.
Pare proprio che la Libia e ciò che accade, sia una tragica vicenda solo nostra. Forse qualche “importante” italiano non di Sicilia, si sarà persuaso che se l’ira di Gheddafi avrà un seguito contro un paese ex amico, dimenticando i guasconeschi baciamano, le sue bombe le sgancerà solo su Lampedusa o sull’intera Sicilia. In tal caso non la si priverebbe di contrite presenze e compunte solidarietà. Il copione è quello usuale e non ci sarebbe bisogno per la Sicilia di prepararsi granché. Si tratta di quella Sicilia che ha, con belle manifestazioni celebrato il 17 marzo. Ma fra le citazioni rese subito per le altre regioni italiane, nel notiziario del giorno dopo a Canale 5, questo non appariva. Come quando per le partite in nazionale se vuoi sapere qualcosa di Palermo o Catania, devi sperare che incontrino una forte squadra del nord. E che perdano. Viceversa tutto cassato o quasi.
Brava, brava, bisogna affrontare il problema di essere periferia, di essere dimenticati… anche da Gheddafi però! Assurdo ora essere in prima linea.