accade in Sicilia: si perdono miliardi, si acquistano consulenti

13 aprile 2011 di: Fortunata Pace

Nessuna commozione da parte del Commissario europeo e del Ministro Fitto, per i tappeti rossi stesi al loro passaggio a Palazzo d’Orléans. Si è trattato semmai di veder doppiamente rosso considerando il non uso, lo spreco, l’inefficienza della Regione Siciliana nei confronti dei tanti milioni di euro della Ue che l’isola rischia di perdere.

Non che sia novità la incredibile indifferenza di chi è responsabile di tanto. Siamo abituati allo stallo, all’incuria, all’arroganza di chi ha in mano le sorti di un territorio e si occupa solo di ciò che ritiene utile e immediato non vogliamo dire a vantaggio di chi e di che! Ma leggere a grossi titoli sui quotidiani come i due illustri ospiti abbiano visto e toccato con mano quanto avviene da noi, e avvalorare il timore di perdere ancora una volta un treno messo a nostra disposizione, e che caparbiamente ignoriamo, ci ha solennemente indignati. Il giorno appresso allo Steri nel corso di un convegno Ande, il Rettore dell’Università ha parlato di “crimine”, di “imbecillità” rispetto al concreto rischio di non farcela entro fine anno, e di perdere le somme che progetti finalizzati (e a partire dalla stessa Università, ce ne sarebbero eccome!) potrebbero ampiamente ottenere. Chi ascoltava, come chi in questi giorni si è trovato sotto gli occhi questo assurdo, non può e non deve ancora una volta rassegnarsi e pensare che tutto questo non ci tocchi da vicino.

Ci tocca eccome ! Ed è impensabile trincerarsi dietro la difficoltà e la complessità della programmazione.

Ha bucato l’appuntamento il passato governo regionale? Posto che sia così, perché non rimediare? Dal 2007 ad oggi non sono forse passati più di tre anni? E a voler sospettare che l’apparato addetto non funzioni (sappiamo che ogni assessorato ha un apposito ufficio per i fondi europei) non siamo inondati da una catena di consulenti che avrebbero potuto rimediare ad eventuali carenze?

Ma sì, i consulenti c’erano, ci sono e ci saranno; anzi occorre conoscere quale miracolo opera il bilancio regionale se il capitolo di spesa che li riguarda è sempre ben fornito, diciamo inesauribile rispetto ad altri capitoli azzerati. E se possiamo chiamare un esperto per captare immediatamente l’assegnazione dei fondi europei a disposizione della Sicilia, sarebbe la volta buona per comprendere la necessità di esperti chiamati a dare una mano.

Ma se inghiottiamo la visita ricevuta e le conseguenze minacciate, smettiamola di parlare di buon governo o di malgoverno. Piuttosto di un governo che non c’è e di cittadini che forse – malgrado, a volte, certa buona volontà della piazza -, anche loro non ci sono.

2 commenti su questo articolo:

  1. ornella papitto scrive:

    Cara Fortunata,
    è molto triste leggere che la Sicilia, ossia i siciliani, perdono opportunità di lavoro, di crescita, di cultura, di sviluppo.
    Già, ma queste parole, i nostri governanti le conoscono veramente a fondo?
    Sai cosa succede con i progetti europei? Stranezze. Ossia paradossi.
    Ci sono gruppi di persone alla ricerca dei fondi e poi del progetto da realizzare. Ossia si “adattano” alle offerte che arrivano dall’Europa.
    Ci sono altri gruppi di persone, che conoscono bene i reali bisogni da affrontare e i problemi da risolvere. Però non ci sono i fondi per quei tipi di progetti!!
    Qual’è il paradosso, o assurdità?
    I progetti “calati” dall’alto. Lontani dalla realtà specifica della nostra regione.
    Questa è chiaramente solo una parte.
    Poi c’è tutto il resto. I consulenti che consulenze offrono? Che qualità possiedono? Quali risultati garantiscono?
    I risultati, purtroppo, sono evidenti a tutti i cittadini, anche a quelli che sembra che “non ci siano”.
    “Se non ci siamo”, però un po’ di sana coerenza quando andremo a votare: “vietato lamentarsi”.
    Con rispetto,

  2. Paolo.R. scrive:

    Sono d’accordo con l’ottimo articolo di fortunata pace, mi piace ed aderisco totalmente all’idea che quelli che mancano oltre ad istituzioni efficienti, a politici saggi, sono soprattutto i cittadini vigili ed attenti.

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