aspettando la pace
La via per la pace non è la guerra. La via per la guerra è rinunciare a mediazioni e strategie diplomatiche. Si poteva evitare questa guerra – che porterà altre guerre e distruzioni – se tutti i paesi avessero provato a sedere attorno a un tavolo per cercare soluzioni. Riprendo un brano dal mio Linee di ritorno pubblicato nel 2006, per ribadire la mia contrarietà alla guerra: «…questi sono giorni bui, si parla di una guerra strana che non ha ragioni. Che non debba farsi mai. Dovremmo coltivare ogni forma di distacco come i taoisti. Non soffriremmo la nausea per questo vuoto di senso e di parole…ma si continua a parlare di una guerra strana. La morte e l’orrore già traversano l’immenso volubile cielo. E tutto accade mentre in questa parte del mondo si continua a vivere. Quali versi e quale vino ci stordiranno dall’insolvenza e dalla colpa.
Noi non possiamo fermarla la “guerra” ma la sentiamo scricchiolare nelle ossa. I denti della vista si spezzano e si sminuzzano quando guardi per la prima volta le chiese armene, scrive Mandel’štam. Ma noi non siamo in Armenia. Viaggiamo da fermi con gli occhi fissi ad uno schermo. Una piccola misera cella imprigiona spazio e tempo. Ammannisce assordanti distruzioni. Coaguli verbali tentano di raccontare l’infamia. Non si può. Proprio non si può. I denti della vista si spezzano e si sminuzzano, quando guardi per la prima volta le città bombardate.
Noi non vedremo la nobiltà delle nuvole ascendere il monte Ararat e poggiarvisi come per un’adorante protezione. Noi vedremo menzogne rapprese sulla bocca dei capi. Noi resteremo versati su questo presente consapevoli della nostra torturante impotenza… Non si contano i civili colpiti da ordigni intelligenti. L’intelligenza li ha guidati fuori dall’obiettivo militare. Muoiono a sciami lungo le strade. Nei mercati. Nel sonno. Nell’intimità delle case. Ci sono migliaia di pietre nel cielo…Da ogni parte il rumore della notte in piena…
Ogni stella vacilla. Vogliono decifrare il mondo e spegnerlo della sua luce. Qualcuno penserà di poterlo ricostruire. Qualche altro ci crederà. Uccidere è leggittimo. Dicono sia il prezzo della pace. Dicono che la pace passi dalla guerra… Ora è quasi notte. Ancora lo schermo invia immagini di una guerra cadenzata ora dopo ora giorno dopo giorno notte dopo notte. Non c’è che questo. Non c’è altro. Non c’è sentimento da coltivare. Niente. Osservo le sembianze della notte. La guerra è nei miei pensieri. Me ne faccio una colpa. Il traffico celeste mi sovrasta.
C’è un immenso da custodire da cui scorporare il dolore e fissarlo nella memoria dell’anima. Ma se stanotte malgrado il cielo si alzerà dai cuori una bestemmia, che sia e che non sia invano».
Nessuna guerra è giusta e nessuna guerra è umanitaria!!
“La guerra non si può umanizzare si può solo abolire” A. Einstein
Avevo letto il libro di francesca. Non ricordavo bene questo passaggio, ma sono d’accordo con le sue parole che esprimono bene i sentimenti di chi, come me, ripudia la guerra.
MOlta gente è a favore dell’intervento, lo sappiamo. Penso che la simpatia che sentiamo nei confronti del popolo che sta ribellandosi, giustamente e finalmente, alla dittatura, non può annullare la nostra contrarietà verso la guerra. Io sono contro le guerre che per ipocrisia vengono chiamate “umanitarie”. NOn c’è niente di umanitario nelle guerre! Francesca, grazie per questa riflessione contro la guerra. ciao a tutte.