Mona e le sue amiche hanno organizzato le manifestazioni contro Mubarak; ed ora?
Un lungo articolo di Catherine Ashton (la ministra degli esteri dell’Unione europea) riporta le parole di Mona, cittadina egiziana, che con un gruppo di sue amiche, ha partecipato attivamente al Cairo alle combattive manifestazioni di piazza Tahrir. Oggi Mona denuncia: “Nel referendum del 19 marzo successivo all’allontanamento di Mubarak, sono state votate misure relative alla futura struttura democratica dell’Egitto, ma non vi è una parola che ponga fine alla discriminazione contro le donne…Non solo: tutti i protagonisti e dirigenti della rivolta, che hanno plaudito al nostro aiuto sulle barricate, ora chiedono che io e le me amiche si torni a casa”. E’ una vecchia storia che si ripete (in parte anche in Italia, nella lotta partigiana e anni successivi), ma che speriamo venga stroncata. Sembra diversa invece la situazione in Tunisia: l’Alta Commissione per le elezioni della Assemblea Costituente (che disegnerà la nuova Costituzione) ha stabilito che ciascuna lista di partito che si presenterà al voto contenga un numero uguale di donne e di uomini, e con nomi alternati. (Ciò che venne contestato in Italia).