buongiorno donne, la sveglia è suonata
Ho la vaga sensazione di essere trascinata sopra una nuvoletta rosa, non so se sono già sveglia e rischio di cadere. Ho un attimo di preoccupazione non voglio che accada, voglio cioè rimanere a volare e voglio che questo volare sia la terra sotto i miei piedi!…Il fatto è che da tre giorni il mio computer è invaso da una quantità enorme di email tutte sullo stesso tono euforico e felice. Come tante atlete che si preparano alla corsa, un’infinità di donne sono entrate nella mia posta spiegandomi a chiare lettere che è ora di finirla, altro che dire basta! Dire basta è troppo poco. Qui bisogna prendere in mano la situazione, smetterla di sentirsi lattanti e subordinate. Abbiamo una bella testa pensante – dicono – molto meglio di quella di lor signori.
Passano, quindi, dall’invito alla preparazione di cartelloni per una manifestazione contro B., tutte in rosa con la coccarda come per la rivoluzione francese, alla decisione sul colore dei pennarelli da comprare. Al catalogo delle cose da fare si aggiunge quello dei quartieri da visitare: uno per uno. Osservare e registrare la città di Palermo al femminile, ma quando mai si è pensata una cosa del genere… Si, l’ha fatta qualcuno in passato ma quelli erano altri tempi, quasi medioevali… E’ un’euforia contagiosa più che una malattia e ci sta prendendo in molte, non va a scapito della razionalità potete starne certe. E ci sono pure la pancia e il cuore. Anche di questo potete stare certe.
Perché mai le cittadine che sono il 52% devono essere prese in considerazione – bofonchia intanto un amico dalla mia terrazza – non vi basta il potere che avete dentro le quattro mura delle vostre case? Non vogliamo stare nelle riserve indiane! Gridano le mie donne nelle lettere che mi mandano, perché sanno degli uomini che di questo si lamentano anche nelle loro case. Ma come, con le competenze che abbiamo, con i nostri meriti, dobbiamo vedervi passare avanti perché siete uomini senza competenze ma forniti di ottime raccomandazioni?
A noi questa politica, o meglio questa ingegneria politica fatta di clientele, spartizioni e conteggi ragionieristici non ci piace: ha decisamente fallito! Guardate cosa sta succedendo a proposito del nucleare e cosa sta succedendo più vicino, proprio nel nostro cortile di casa, con lo sfascio dell’Ars che pure ha osato bocciare la doppia preferenza. Continuano a gridare le mie amiche. Lo sapete com’è, voltare pagina a voi fa venire il mal di pancia perché non ci sarà più una politica di potere per il potere, di contrapposizioni senza programmi. La nostra differenza scenderà prepotentemente in campo – dicono ancora con una sola voce – e sarà un arricchimento ma non delle vostre tasche. Noi vogliamo un futuro di vera democrazia. Ci crediamo. Voi questa strada l’avete abbandonata da un pezzo. Che ne dite? Io chiudo il mio computer soddisfatta, per oggi. Chissà domani quali sorprese tutte queste donne mi riserveranno. Forse metteranno un fiocco rosa sull’aquila, simbolo del Comune di Palermo.
Cara Angela Lanza il tuo articolo mi pare un po’ misterioso, sarei felice se in qualunque città al comune,ci fosse un fiocco rosa ma perchè non essere più chiara?
Ma perchè non condividere con noi questa ondata rosa che percorrerà l’Italia intera,Palermo o tutto il mondo? se cara Angela state preparando qualcosa di serio perchè non spiegare bene e non fare propaganda attraverso il giornale?