vi racconto il progetto delle donne in politica
Va bene, sciolgo l’enigma…il mio articolo di giorni fa “Buongiorno donne, la sveglia è suonata” aveva lasciato tanti interrogativi che adesso potrò sciogliere, provando a essere più chiara per non tenervi in sospeso. Dunque il 16 maggio, alla sala Rostagno del Municipio una cinquantina di donne di varia provenienza ha fatto una riunione allargata su una possibile lista civica delle donne, da presentare a Palermo alle prossime amministrative. I temi e i problemi sono stati molti e altre donne sono state invitate a scrivere su questo giornale.
Intanto, è importante sapere che questo tipo di iniziativa sta andando avanti anche in altri piccoli comuni sparsi per l’Italia e, in Sicilia, a Ragusa dove la lista “Donne di Ragusa” si presenta fra 2 settimane. Questo ci dice che da molti mesi abbiamo sentito in molte il desiderio di esserci e di cambiare i luoghi che abitiamo, ormai invivibili. (Tralascio volutamente un’analisi di quello che stiamo vivendo, perché non serve più). In molte donne è scattata una molla che spinge a una assunzione di responsabilità civica e femminile. Non vogliamo chiedere ai “legislatori” più asili nido, più posti di lavoro etc.., sentiamo che dobbiamo essere noi le artefici della nostra esistenza e decidere non solo quello che vogliamo, ma “come” lo vogliamo. Non è solo un buon governo al posto di un malgoverno, ma molto di più, vogliamo mettere il nostro senso della vita al centro della politica. Sappiamo che siamo fortemente coinvolte nella vita sociale e non abbiamo gli spazi per esprimere questo desiderio di cambiamento in cui si possa compiere una vera democrazia, dove le donne ci siano veramente, a pieno titolo e non debbano lottare solo per raggiungere un miraggio di emancipazione che qui in Sicilia, comunque, molte sono ben lontane dall’avere raggiunto.
Ne saremo capaci? Questa è la scommessa che abbiamo di fronte. E questa fortissima sfida ieri è stata raccolta anche dalle più titubanti. Che hanno finito per entusiasmarsi al progetto, pur nelle varie differenze.
Penso che quello di oggi sia stato un incontro importante. Abbiamo intenzione di procedere per passi misurati perché cambiare i modelli per fare politica, avendo davanti come esempio solo quelli maschili, non è una fatica da poco. Dovremo incontrarci ancora e ancora e confrontarci fino in fondo. Quindi, per chiarire meglio: non ci sarà una richiesta ai partiti di centro sinistra per avere più donne nelle loro liste. No. Su questo siamo tutte d’accordo. Andremo avanti con le nostre forze e se molti uomini saranno d’accordo sul nostro progetto saremo felici di farci votare da loro, significa che li abbiamo convinti della bontà della nostra politica.
Infine, per riepilogare in questa prima fase: 1) sottrarsi alle decisioni maschili e andare avanti con la nostra testa; 2) solidarietà anche fra le differenze, e questo significa ascoltarsi per capirsi; 3) tessere relazioni fra donne, non strumentali in questo nuovo percorso che va costruito con tutte le donne che incontreremo, interessate a questo tipo di cambiamento, nelle varie fasi: assembleari, via mail etc..
Per questo siamo aperte fin da subito a proposte, interventi, lettere e altre idee creative che possano venire dalla vostra immaginazione e dai vostri desideri.
Perché escludere gli uomini?????Qualsivoglia progetto non deve mai essere contro…..qualcosa o qualcuno ….ma deve mirare a costruire una realtà alternativa a quella attuale che continua a disgustarci e a deluderci…..Penso che una lista vada compilata non esclusivamente in base al sesso ma in base alla condivisione di un programma ispirato a valori fermamente condivisi.Trovo che oggi tanti giovani uomini hanno acquisito quella sensibilità che tante giovani donne hanno invece perso, ritenendo che l’emancipazione femminile consista nel far propri proprio certi comportamenti che sono criticabile prerogativa maschile…..Sicuramente un progetto non esclusivo ,paritario e rispettoso delle diverse identità imprescindibili del nostro tessuto sociale ha molte più possibilità di riuscita (chiaramente con una prevalenza femminile)…le donne hanno delle risorse straordinarie e le soluzioni ai problemi devono cercarle in se stesse non certo nell’esempio negativo di politica che viene attualmente fornito……
Non è una lista contro gli uomini, ma una lista di donne che vogliono provare a cambiare la politica. Abbiamo avuto tante liste di soli uomini e non si è parlato perché è sembrato “normale”; di sole donne fa scalpore perché? e perchè deve essere vista come una cosa contro? non lo è, ma è certamente una cosa “altra” e differente”. Cerchiamo di sostenere invece che essere noi donne contro una cosa così normale e simbolicamente così importante.
E’ ancora difficile parlare di “parità” senza essere accusate di vetero femminismo, è ancora difficile affermare una “diversità” da far emergere senza scontrarsi con la volontà di escludere gli uomini, è ancora difficile proporre azione “da femmine” senza suscitare perplessità se non polemiche. Eppure vi confesso che anch’io sulla lista di sole donne non ho le idee chiare: è utile, porta a qualcosa, può sostenersi un programma a connotazione solo “femminile”? Non so rispondere.
Condivido, come accade spesso , il pensiero di Giusi.
Rischiamo di fare il gioco dei maschi, ossia la loro stessa politica fondata da molti anni sulla “ESCLUSIONE” e sulla “EMARGINAZIONE” di carattere sessuale.
Dove possiamo vederci con le donne che hanno partecipato al 16 maggio?
Sono d’accordo con Angela che l’incontro del 16 maggio all’aula Rostagno, tra le donne che in questo periodo stanno discutendo della possibilità di unire il proprio pensiero politico in funzione della costituzione di una lista di donne per le prossime elezioni comunali a Palermo nel 2012, ha rappresentato una tappa importante. Si sono riunite e ascoltate una cinquantina di donne; quelle di loro che più avevano manifestato dei dubbi in riunioni precedenti, dubbi che ritengo assolutamente sensati perchè espressi sulla base di esperienze politiche personali importanti e di valutazioni concrete e mature, quel pomeriggio invece hanno come messo delle ali all’idea, si è fatta largo una spinta a continuare.
Io non penso che si tratti nè di separatismo nè di generica contrapposizione, la questione è molto seria e la proposta di una lista donne contiene, tra le varie insidie, anche il rischio di contraporre stereotipi “positivi” a stereotipi “negativi”. Il discorso va allargato e indagato, è necessario l’intervento di donne con specifiche competenze e l’uso di un linguaggio semplice e incisivo. I tempi della politica sono strani, media e informazione assorbono e sbriciolano facilmente, ma la politica è pubblica e pratica. Io penso che le donne debbano esprimere il sapere e il senso del fare, combattere in ogni modo la personalizzazione ed esprimere, come in un solo volto, il sentire e il pensiero delle moltissime.
Sui prossimi incontri per ora ci sono le mail.