ci mancava questa, il bacillo nel cetriolo

10 giugno 2011 di: Anna Trapani

L’Europa sta nuovamente combattendo contro una epidemia che miete numerose vittime in Germania da dove sembra tutto abbia avuto origine. Il batterio è quello dell’Escherichia coli ma in una variante sconosciuta, lo 0104.H4. Il problema per i ricercatori è dato proprio dal fatto che si tratti di una variante mai vista e che non si riesce ad individuare da dove venga il contagio e quale sia il veicolo. Le vittime del batterio killer sono fino ad ora 24 in Germania e una in Svezia. Adesso c’è un caso sospetto in Canada in un soggetto che tornava dalla Germania. In Italia non ci sono vittime, per fortuna, ma l’allarme è ormai generale. In principio sono stati messi sotto accusa i cetrioli provenienti dalla Spagna e successivamente i germogli di soia ma, in realtà, si brancola ancora nel buio anche se per evitare il batterio bastano le comuni avvertenze igieniche, come lavare bene la verdura e la frutta sotto acqua corrente e non mangiare verdura cruda.

Da noi si è detto che il batterio è stato individuato nel salame di cervo, ma anche questo allarme è rientrato. Tutto ciò sconvolge il mercato che ha già visto chiedere i danni da parte dei coltivatori spagnoli di cetrioli, ma tutto il settore comincia ad essere in sofferenza. Non è la prima volta che ci si trova davanti ad emergenze di questo tipo. Basti pensare alla sindrome respiratoria acuta grave, la famigerata Sars che, comparsa in Cina nel 2002, arrivò in Europa nell’anno successivo. La volta del virus aviario fu nel 2005 e non produsse gli effetti di una vera e propria pandemia. La suina, contrariamente all’aviaria, abbandonò presto i maiali per passare all’uomo. Ha fatto in tutto il mondo 20mila morti e 300 solo in Italia. La prima pandemia ufficiale dichiarata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità fu l’influenza da virus A/H1N1 nel 2009. Dietro di sé ha lasciato milioni di vaccini mai utilizzati perché il problema era stato sopra stimato, o per vantaggi delle case farmaceutiche.

In attesa che i ricercatori riescano a individuare la provenienza del batterio, non ci rimane che tenere alta la guardia ma senza eccessivi allarmismi. Ma dopo tante pandemie vere o presunte ci domandiamo: perché ogni due o tre anni ci ritroviamo a combattere contro nemici così subdoli?

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement