come liberarsi in fretta di P2 P3 P4…

23 giugno 2011 di: Rosanna Pirajno

Non intendevo intervenire perché i pensieri neri non giovano, ma a me vengono solo pensieri accupusi su questa storia della P4, penso che i giovani (rimasti) che la stanno seguendo sono già con la valigia in mano. Pure a fare la/il cameriere o la/il telefonista all’estero, ci sono più probabilità di spuntarla per meritocrazia che qui nella Repubblica fondata sul lavoro che non c’è, e piena invece di dirigenti, politici, manager, (ex) magistrati, affaristi, immobiliaristi, faccendieri – ma pure di carabinieri e finanzieri e perfino calciatori – lestofanti disonesti che imperversano su ogni settore funzionale del Paese, da quello politico a quello finanziario a quello giudiziario a quello mediatico e culturale, sulla pelle di un popolo tenuto con sprezzo in condizione di sudditanza.

Scriveva nel 1966 Ignazio Silone nel suo Uscita di sicurezza (Vallecchi): «La qualità di un ordinamento politico è definita non dai dati della produzione e del consumo, ma dal tipo di rapporto che esso crea fra gli uomini» e, mi permetto di aggiungere, «con» gli uomini e le donne che compongono il tanto a sproposito evocato «popolo sovrano».

Viene da chiedersi, leggendo le infinite trame di prevaricazioni e malversazioni tessute dai vertici di aziende vitali per il sistema democratico, se la categoria dell’homo faber onesto capace dedito al bene comune non sia stato espulso definitivamente dai consigli di amministrazione delle aziende pubbliche, soprattutto quelle. Ma anche dal parlamento, dove la categoria degli scilipoti non sente e non vede le mille faccende indecorose in cui è invischiato il tenutario del governo che tiene a galla, che quasi quasi diventano prodi i mastella-bertinotti che affossarono il governo Prodi per qualche bazzecola, a confronto. E per giunta si tutela, questo parlamento che nega le «autorizzazioni a procedere» agli indagati che ingrossano le fila dei «politici per convenienza», con provvidenziali dispositivi di legge con cui bloccare intercettazioni e addirittura indagini che ne sputtanino i membri. A me questo ennesimo scandalo sembra spaventoso, si prospetta un «sistema paese» in mano ad un faccendiere di nessuno scrupolo che decideva pure delle nostre serate televisive, e noi zitti e muti ad offrire le terga? Eppure, avendo toccato il fondo (può scoprirsi ancora di peggio?), sono certa che il paese reagirà, ma occorre che gli indignados facciano emergere in fretta una generazione – di uomini e donne – onesta, capace, dedita al bene comune, da collocare ai vertici e alla base del troppo malandato sistema Italia. Fatevi sotto, picciotti, che la situazione è grave.

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