Cantieri Culturali alla Zisa, atto primo
Domani si terrà al Gramsci, ai Cantieri Culturali alla Zisa, un incontro organizzato da cittadini piuttosto indignados nei confronti della politica culturale dell’amministrazione pubblica, che si traduce non solo in un nulla di fatto nella programmazione di iniziative, ma anche nel penoso abbandono di edifici e spazi che giacciono inutilizzati, vuoti, spenti. Anche nel caso di locali recuperati, restaurati, pronti all’uso, già destinati e perfino arredati. E dire che ci sarebbe un grande bisogno di attivare un proficuo riscontro tra una pressante domanda – di cultura, di spazi, di innovazione, di connessioni con quanto si muove e produce altrove – e le offerte di idee e proposte, di iniziative, di voglia di fare e di esserci, di intelligenze, che in questa curiosa realtà premono per emergere e farsi spazio nel “fermo biologico” messo in atto dalle istituzioni pubbliche in campo culturale.
Tra gli spazi abbandonati si contano proprio, manco a dirlo, i Cantieri, magnifico sogno interrotto dell’era orlandiana che mancò l’obiettivo di metterli al riparo da “appartenenza”, e perciò dipendenza, politica.
Ora, anche a seguito di una lettera a la Repubblica Palermo nella quale Emma Dante denunciava la questione Cantieri con annessi e connessi, c’è un risveglio di interesse nei confronti degli spazi abbandonati in cui si potrebbe, e dovrebbe, fare cultura. Le persone capaci ci sono, e anche tante, soldi dicono di no, ma è davvero una questione di soldi quella che impedisce di agire, in questo come in altri campi?
(ex Fonderia alla Cala, restaurata e consegnata al Comune a giugno del 2009 e ancora senza destinazione d’uso)