Il tempo dei liberi e forti
“Credo che quando sfilerete sotto quel banco per dire il vostro sì, sentirete sul collo il piede del padrone, dentro di voi qualcosa ribollirà. Sarebbe il tempo dei liberi e forti e non dubito che molti di voi sarebbero in grado di esserlo e di esprimere la loro natura di liberi e forti…”.
Non siamo più né liberi né forti, non lo siamo mai stati.
Ogni volta che un capo ci urla contro, ogni volta che ci sentiamo rimproverati, umiliati da un capo, e soprattutto che ne riconosciamo l’abuso d’autorità, senza riconoscerne l’autorità col rispetto da cui essa è portata, allora là è sicuro che non siamo liberi né tantomeno forti. Riconoscere un capo, questo è già abuso di potere per me. Cancellare la propria autonomia di pensiero e cancellarsi per la volontà di un capo, questa è schiavitù. Non parlo chiaramente di perdita di volontà senza coscienza, perché in questa società egoistica mi verrebbe difficile da pensare se non ai troppo generosi o ai troppo ingenui. Parlo di chi invece in nome soltanto del tornaconto vende la propria autonomia di pensiero. Fosse solo quella, potrei cinicamente dire che sono fatti loro, ma ciò che invece avranno sulla coscienza, per questa vendita senza pensarci più di tanto, è ancora una volta il presente e il futuro degli italiani.
Questo sì che è molto grave. Non credo che puntare il dito contro la loro schiavitù, mettere alla luce il fatto di essere dei venduti riuscirà in qualche modo a scuoterli e, facendoli tornare in sé spinti dal loro amor proprio, faccia cambiare idea a loro, almeno per decisioni future. Non lo credo e in più riterrei anche indegno pensare che ciò che potrebbe far cambiare loro idea sia la loro schiavitù più di quella responsabilità enorme che hanno con gli italiani, gli italiani stessi che li hanno votati.
“…e di dare oggi all’Italia la prova che questo governo è capace di badare ad altro che a un premier braccato che si chiude nelle sue stanze”.
Ma forse, se potesse funzionare, allora forse urlerei anch’io assieme ad Anna Finocchiaro queste parole, ripetendole tante e tante volte concitatamente: “più liberi e forti, più liberi e forti…” a loro, ai signori parlamentari che hanno votato il 29 Luglio per il SI per il processo lungo, ulteriore legge ad personam, che ancora una volta è passata al Senato.