noi no, Tremonti noi non lo amiamo
Che vuol dire “anche”? Se è plurale di anca e si riferisce ai fianchi torniti di Sofia Loren o di Simona Ventura, anche è bello per l’immaginario maschile e per l’emulazione femminile! Ma se è una locuzione grammaticale per dire pure, persino, financo alludendo ad una ricca e privilegiata classe sociale cui la finanziaria di Tremonti fa un breve solletico, anche è proprio brutto, discriminante e spocchioso.
Chi, esperto o profano, legge la finanziaria approvata con il laccio al collo della condizione economica del paese – finanziaria che ha imposto già i ticket a chi comunque ha bisogno di medicine, che blocca qualsiasi piccolo aumento ad esigue buste-paga, che colpisce i piccoli risparmiatori, che morde stipendi da risicato fine mese, che non prevede investimenti, che mette in crisi i piccoli imprenditori, che non ha alle spalle un serio sistema di perequazioni sociali e di tagli legittimi ai grandi patrimoni accumulati su intoccabili privilegi di casta (e non solo casta politica) non può che inorridire! Grandi evasori, grandi stipendi o prebende che si assommano, incarichi a chi sta sempre in sella per lavori che non vengono svolti, tutto come prima e peggio. Ma il ministro Tremonti con la sua aria perbene di primo della classe, con vocetta suadente dice “anche”. Per intendere che anche i ricchi piangono, o magari versano forse una breve lacrimuccia!
Ma, si consoli il ministro, non ci faranno caso vista l’entità del loro patrimonio. E lui può continuare la sua persecuzione verso stipendi e pensioni modeste, o aggredire redditi stabili e consolidati senza guardare avanti. Gli sprechi vistosi della politica nazionale e di quella di molte regioni (Sicilia compresa, che piange miseria e paga a peso d’oro i consulenti per le rane!) rimarranno tali e quali. Lacrime e sangue per chi non ha, una questua leggera a chi ha tutto e continua ad averlo sino che il Titanic non va giù. Trascinando chiunque, e questo Tremonti lo teme. Anche la prima classe ne avrebbe a soffrire. E intanto l’Italia degli scandali, dei suicidi e di chi ha costruito imperi che possono finire in un lampo, lascia increduli e storditi. L’Italia degli onorevoli o dei ministri da salvare o meno da processi e galere, altrettanto. E anche dei personaggi come Milanese. Ma perché tuttavia se si parla di Tremonti, da Bossi a Bersani, da Casini a Di Pietro, da Vendola al nostro attentissimo presidente della Repubblica, tutti dicono «I love you»? Che si sappia: noi, no davvero.
Articolo ottimo, divertente ma che fa riflettere e pensare perchè sopportare tanto, perchè non scendere in piazza? forse per il caldo che uccide, tanto vale morire di caldo piuttosto che di mala politica
noi non amiamo Tremonti, non amiamo Brunetta, diffidiamo di Alfano, forse Tremonti è l’unico che non cammina con un codazzo di servi e serva che si mantiene dignitoso… avevamo pensato ma gli ultimi scandali?