Carolina Porcari: un coraggio estremo
Il coraggio di non odiare: questo l’esempio commovente dato da Carolina Porcari, madre di Lorenzo, 18 anni, ucciso da un coetaneo con una coltellata un giorno d’agosto. Siamo a Sovico, piccolo comune vicino a Monza. E’ domenica e un gruppo di ragazzi gioca a carte. Una parola, un’offesa, un litigio: esplode una rabbia quasi immotivata, e il diciassettenne Luis, che sta a fianco a Lorenzo, rompe una bottiglia di birra e lo colpisce alla gola. Lorenzo muore in un mare di sangue. Davanti alla caserma dei carabinieri dove il giovane assassino viene portato, si radunano gli amici di Lorenzo: “Datelo a noi! Sappiamo cosa farne!”. In questo turbine di violenza, compiuta e minacciata, si alza la voce di Carolina, madre dell’ucciso: “Non provo odio per il giovane assassino. Mi dispiace anche per lui e per i suoi genitori, per tutto quello che dovrà sopportare…Penso che anche lui proverà del dolore. Spero che questa vicenda faccia meditare molte persone, molti ragazzi. L’odio va messo da parte. La vita umana merita più rispetto”.
Commentando questa vicenda, crudelissima ed esemplare insieme, lo scrittore Ferdinando Camon ha scritto: “La madre…ha avuto una reazione così sublime da apparire inintelligibile…Pare una reazione non materna …. Il fatto è che la povera madre soffre l’assurdità di una tragedia come questa. Il lutto non è solo individuale …riguarda tutti… …Lei sente che in quella disgrazia s’è bruciato un gruppo di diciottenni: il povero morto senza ragione, il povero assassino senza motivi, gli amici del figlio pronti alla vendetta”. (La Stampa, 12 agosto)
Carolina Porcari, una madre, una donna: la abbracciamo e la ammiriamo.