leggero non troppo
In cerca di leggerezza tra i calori e le turbolenze del Ferragosto, mi cade l’occhio su una notizia riportata dal Venerdì di Repubblica. Ricordate i primi serial televisivi trasmessi negli anni ’70 (tra i più famosi, Happy Days)? Io li seguivo religiosamente, tra i commenti sarcastici dei familiari adulti (la definizione più benevola era “cretinate”). Ebbene, un gruppo di ricercatori dell’Università della California ha analizzato le serie televisive rivolte ai giovani trasmesse negli ultimi quattro decenni, per identificare i valori da esse veicolati: sono emersi mutamenti radicali. Negli anni ’70 e ’80 erano ai primi posti l’integrazione (essere parte di una comunità), la gentilezza verso gli altri, la cura della propria immagine, il rispetto delle tradizioni, l’autostima come accettazione di sé; oggi si impongono la fama, il successo, la popolarità, l’immagine e il denaro.
Ci sembrava di aver notato qualcosa. Del resto le sceneggiature, allo scopo di creare personaggi e situazioni in cui i giovani si possano identificare, riflettono i mutamenti reali delle società ma contribuiscono anche a crearli e diffonderli: copiano, riproducono e moltiplicano.
Due considerazioni si impongono. La prima: vuoi vedere che Fonzie era davvero il migliore di tutti? La seconda: sembra che il giro di boa sia avvenuto negli anni ’90. In Italia, guarda un po’ a cosa corrisponde…