spiacente, il paragone non regge
La morte tragica di Ludovico Corrao ha suscitato dolore in familiari ed amici, considerazioni diverse (come è legittimo) sulle sue realizzazioni, rimpianti quasi unanimi per una grande vitalità che è stata spenta. Ed ecco spuntare alla vigilia di ferragosto (in voluta provocatoria controtendenza), un lungo commento carico di astio, scritto da un giornalista illustre, che – forse perché siciliano di nascita – si è ammantato dei più scontati stereotipi antisiciliani. Presumo che personalità della cultura italiana (e siciliana) risponderanno prossimamente ed adeguatamente. Mi limito a segnalare la corretta e misuratissima lettera delle due figlie, Francesca e Antonella, pubblicata su Repubblica del 17 agosto, alla quale il giornalista ha risposto con poche righe paradossali: «Se ci fosse in giro un Ludovico Corrao, giovane avvocato dei diritti civili, difenderebbe Sayful Islam come allora difese Franca Viola». Il giovane bengalese può invocare attenuanti più o meno valide per l’assassinio compiuto (e i suoi difensori certamente lo faranno), ma sempre di assassinio e non di diritti civili si tratta. Che cosa c’entra il paragone con Franca Viola?
(Mimmo Paladino, Montagna di sale, Case Di Stefano a Gibellina)
Brava Simona Mafai, in quest’estate fresca a volte soltanto caldissima le sue parole mi sono sembrate sempre le più azzeccate, grazie della compagnia che mi fate tutte voi e grazie dei pezzi ottimi.
Infatti, cara Simona, non c’entra niente.La controreplica non rispondeva affatto alla replica, forse per mancanza di argomenti. Avevo letto la risposta delle figlie di Corrao, mi era sfuggito l’articolo del 14 agosto, me lo sono procurato: anch’io vi ho ritrovato un astio per me incomprensibile, e diverse stilettate velenose. Avrei voluto scrivere io qualcosa su Ludovico Corrao, che però non conoscevo personalmente, e su Gibellina, che conosco e frequento da vent’anni seguendo manifestazioni, spettacoli, mostre, insieme ad alcuni amici carissimi; per me ha rappresentato davveno una finestra sul mondo, con la visione di opere di autori che altrimenti, forse, non avrei mai conosciuto, e tramite le raccolte d’arte, di altissimo livello, dei musei, di cui si parla troppo poco. Non sono riuscita ad esprimere efficacemente quello che sentivo, e ci ho rinunciato: ma sono convinta che l’avventura culturale di Gibellina sia ancora emozionante e viva e continuerà ad esserlo, nonostante il mancato sostegno e valorizzazione che la accomuna a tante realtà culturali non solo siciliane.
Mi associo a Paolo.R.: bravissima Simona Mafai!
Il “giornalista” in oggetto è un insopportabile frugamutande…ha qualche problema davvero.