Il prezzo maggiore pagato dalle donne
Tra i tanti difetti e ingiustizie della manovra varata dal governo una sta passando sotto silenzio: i costi della manovra saranno pagati direttamente e indirettamente in modo sproporzionato dalle donne, come lavoratrici e come principali responsabili del lavoro famigliare. [...]
La forte riduzione dei trasferimenti agli enti locali produrrà una ulteriore riduzione dell’ offerta di servizi.
Saranno colpite soprattutto coloro che non hanno un reddito individuale e famigliare abbastanza alto da potersi permettere di acquistare servizi sul mercato e/o che non possono contare su una rete famigliare di sostegno e più precisamente su mamme, suocere, sorelle, cognate, che possano sostituire servizi mancanti o insufficienti e accettino di farle.
Come se, anche e soprattutto nella famiglia, la divisione del lavoro non avesse effetti differenti e disuguali sulle opportunità e i vincoli sperimentati dalle donne rispetto agli uomini.
A febbraio, la presenza massiccia di donne in tutte le piazze d’ Italia sembrava avesse posto le premesse perchè no n ci si potesse più dimenticare di loro nel formulare l’ agenda politica e le scelte economiche e sociali. A qualche mese di distanza, le donne appaiono nell’ agenda politica solo come lavoro gratutio dato per scontato ( e se possibile intensificato) e come responsabili di una spesa pubblica fuori controllo. Cittadine diseguali cui si chiede di pagare costi aggiuntivi per la propria disuguaglianza.
Da LaRepubblica del 8 Settembre 2011
Per una lettura completa
http://www.radicali.it/rassegna-stampa/prezzo-maggiore-pagato-dalle-donne
Sono un’insegnante di scuola primaria. Il prossimo anno compirò 60 anni e sarei dovuta andare in pensione, ma il decreto di agosto ha allontanato tutti i miei progetti di vita.Ringrazio Chiara Saraceno perchè ha saputo dare voce a tante donne che in questi ultimi anni sono state colpite da interventi che hanno modificato profondamente le loro condizioni di lavoro e di vita senza che nessuno sentisse il bisogno di aprire una riflessione seria sullacondizione delle donne nel lavoro e nella famiglia ( e non mi soffermo sui tanti commenti offensivi di alcuni rappresentanti di questo governo) . Non chiedo una posizione di privilegio, ma i problemi non si risolvono facendo finta che non esistano o chiedendo genericamente dei sacrifici. Un anno o più di lavoro, non pesano su tutti allo stesso modo! Qualcuno si è chiesto come mai tanti uomini che vanno in pensione anticipatamente continuano poi a svolgere dei lavori, mentre questo raramente succede per le donne?