la lista che scotta alla gogna sul web
Ho letto, incuriosita, un articolo sul sito la Repubblica.it dal titolo “Sull’outing spaccati i gruppi gay. Anche questa è macchina del fango” in cui veniva annunciato che il giorno 23 settembre sarebbe stata pubblicata una prima lista di 10 politici “omosessuali e omofobi”, su un sito registrato all’estero. Immediatamente ho sentito di poter affermare che tale azione mi ricorda il vecchio metodo della gogna. Ma questa è mediatica ed immediata. Chi pubblicherà l’elenco è sicuro che sia il metodo migliore per convincere i gay-omofobi e ipocriti a cambiare il proprio comportamento politico? La paura della persecuzione non ha mai fermato nessuno. Chi è perseguitato sente di subire un’ingiustizia, così la vivranno anche i gay-omofobi e ipocriti.
Chi pubblicherà l’elenco è certo che questa iniziativa non somigli alla tanto odiata omofobia? Il nodo non è nel “tradimento” rispetto alla propria scelta sessuale, ossia la mancata coerenza, ma nel fatto che quelle persone gay-omofobe (nel Parlamento o in Vaticano) abbiano deciso di non essere persone libere, fino in fondo. Alla libertà sessuale potrebbe corrispondere una maggiore apertura di pensiero ma, in questa occasione, non a una libertà nell’azione politica, perché quest’ultima è soggetta a quelle regole di partito-padronale che mal si coniugano con le libertà individuali.
Nessuno avrà costretto i gay-omofobi a farsi eleggere in Parlamento, ma qualcuno li avrà obbligati a votare contro se stessi. Forse credevano di poter tenere nascoste le loro preferenze sessuali, paradossalmente in un Parlamento dove le uniche preferenze ammesse sono quelle espresse dai leader-padroni. Questi parlamentari così incoerenti e così dipendenti, avranno la forza di abbandonare volontariamente il Parlamento, per dimostrare di non voler essere ricattati due volte da chi li ha prescelti?
Condivido tutto, ma aggiungo che quest’ ipocrisia non è solo dei politici, ma anche delle “buone famiglie”, meglio se cattoliche.Mariti gay e mogli lesbiche preferiscono dare la facciata di eterosessualità piuttosto che ammettere a se stessi e agli altri la loro omosessualità. Ammiro Cecchi Paone che ha fatto outing piuttosto che continuare a recitare il ruolo di marito e ammiro quelle donne che hanno il coraggio di essere se stesse. Cè un sottobosco di “famiglie” omofobe che preferiscono vivere nell’ambiguità piuttosto che con lealtà uscire allo scoperto, è un fatto di civiltà e di rispetto verso se stessi e gli altri. Il coraggio è la virtù dei forti, la viltà è la meschinità degli ipocriti