libertà non è star sopra un albero…
Dopo Amsterdam e i diffusi “coffee-shop” è difficile spiegare a un figlio adolescente cosa sia la libertà; ancora di più se l’argomento tocca “la canna” o le droghe pesanti. Ogni parola sa di moralismo, di stantio, di conformismo. Nel mio caso chiedo aiuto alla mia storia. Dico a mio figlio che quarantadue anni fa ero nel pieno diritto “di farmi”. Senza padre, con una madre-bambina da proteggere anche se aveva trenta anni più di me. Vivevamo con la padrona di mia madre. Desideravo iscrivermi al liceo classico “Mamiani” di Roma; ero povera e mia madre mi iscrisse in una scuola tecnica. E dovetti ringraziarla. Avevo tutti i requisiti “per farmi”. Quasi ne avevo il diritto.
Ma ho detto no. A quattordici anni e altre volte ancora. Ho tenuto principalmente alla mia libertà di pensiero e di giudizio. Non volevo rimanere prigioniera né di una sostanza, né tantomeno di persone che avrebbero dominato la mia vita. Non sarei stata piu’ nulla. Un oggetto, una cosa tutt’al più. La mia libertà è avere detto no. Non mi sono fatta sottomettere dalla vita, figuriamoci da un “sostanza”. La libertà degli altri “di farsi” si è trasformata nella mia libertà “di non farmi”. A cinquantasei anni so di avere vinto.
Messaggio molto bello, sincero e convincente!
Una sincerità che va dritta al cuore.
Simona e Anna, vi ringrazio profondamente.
Non mi nasconderò dietro la menzogna e non mi farò offendere dall’ipocrisia. Non sarà semplice.