lo spettacolo delle miss colpito dalla crisi
Crisi del governo, dell’Italia, delle banche e delle aziende, opinione pubblica indignata, crisi economica dilagante…ed è crisi anche per il concorso di Miss Italia. La gente in questo momento non è entusiasta come una volta di assistere alla passerella annuale di tette e culi. Dov’è il problema, dove la meraviglia? Perchè si lagna la “patron” della manifestazione, Patrizia Mirigliani, e con quale diritto se la prende con la Rai che a suo dire non investe abbastanza, facendo differenza rispetto al Festival di Sanremo? Ce lo spiegherebbe lei, allora, dov’è l’impegno, la professionalità, lo studio da premiare e valorizzare? Certo, le ragazze avranno anche imparato a camminare, qualcuna anche a parlare in pubblico, ma quale la consistenza, quale il contenuto oltre il conclamato e ovvio business di bassa prospettiva culturale, fatta soprattutto per appagare le pulsioni di voyeurismo ormai superate dall’alternativa più eccitante di una webcam?
Serate di noia mortale e auto-presentazioni scontate: famiglia, passioni, fidanzato, e …ambizioni di studio (inseguite in giro per l’Italia partecipando alle innumerevoli selezioni per arrivare a Montecatini). E ancora, trito e ritrito, torna il tema di Palazzo Grazioli e le intercettazioni, e banalità di affermazioni del tipo «sono molto intristita visto che spesso sono proprio i genitori a educare le figlie in questo modo» (-☺) «Non credo all’ingenuità delle ragazze perché se mi invitasse a cena Berlusconi come prima cosa mi chiederei: ma cosa vuole da me? E mi darei da sola la risposta». A sentirle non ce n’ è una che dica una cosa diversa. «Noi a palazzo Grazioli non saremmo andate. Ma per chi ci prendete?»
Eppure qualche miss passata ha varcato quella soglia, come Roberta Bonasia, indicata addirittura come la fidanzata del premier che l’anno scorso aveva il numero 31 e molta fretta di arrivare. Lei a un certo punto ha addirittura detto di non conoscerlo, il premier. Chissà. Certo, l’intercettazione della sua telefonata con il fratello il 20 settembre, appena dopo la fine del concorso, lascia pochi dubbi e soprattutto illumina sull’interesse di Berlusconi per la macchina della bellezza targata Mirigliani. Virtuosa anche lei, che racconta di quando un signore le chiese di portare qualche miss a una cena e lei rispose mollandogli un sonoro ceffone.
Ragazze, dite tutte di voler diventare magistrati, avvocati, giornaliste, imprenditrici. Ma allora, la domanda sorge spontanea, perché venite a Miss Italia? E se è vero che gli ascolti sono calati, rimane comunque un miracolo che due milioni 853 mila spettatori nella prima serata siano rimasti a guardarla.
Quello che scrivi è tristemente vero!
Secondo me, l’audience che registra questo tipo di programmi è indice dell’ immaginario collettivo condiviso dalla maggioranza degli italiani, delle aspirazioni reali, più o meno nascoste, nutrite da molte donne nel nostro paese.
La bellezza è un valore che, nella nostra educazione, per molti versi ipocrita e bigotta, dovrebbe essere maggiormente tenuto in considerazione.
Che bello se tutti potessero mangiare bene, avere facile accesso alle cure o anche a trattamenti di bellezza che non abbiano la ridicola pretesa dell’eterna giovinezza. Se tutti potesseto studiare musica e danza classica ed avere il diritto ad un’istruzione che armonizzi corpo e mente.
Ma oggi, in Italia, la bellezza la si continua a confondere con le misure di tette e culi, ridotta a trampolino di lancio per carriere facili. Che peccato!
Brava Daria: uno spaccato dei tempi e contemporaneamente uno spaccato di questo concorso veramente sciocco che ormai dato che belle “patonzole” ,così è il termine aulico usato dal premier, hanno inflazionato istituzioni e mondo intero risulta inutile. Chi può più dire chi è la più bella del paese?
Grazie Marcella e Silvana, ci tenevo particolarmente ad avere riscontri su quest’articolo. Mi rattrista profondamente questo spettacolo di figlie di famiglia “incartate” fra estetica e banalità.
non sei sola anzi, oltre ai tre commenti, tre milioni di persone la pensano come te, solo che non succede nulla! Chiediamoci perchè.