Una firma giusta per il futuro del Paese, ora il governo lasci
“Questa la nostra risposta a chi scarica sui lavoratori i guai dell’Italia”
Susanna Camusso, segretario della Cgil, rivendica il valore di una scelta compiuta malgrado difficoltà, diffidenze, malgrado divisioni anche nel sindacato. Sconfitto il governo?
Sconfitta l’idea dell’articolo 8,lasciapassare per la liquidazione dei contratti nazionali?
«Confindustria, CGIL, CISL e UIL hanno confermato il 21 settembre ciò che era stato sottoscritto il 28 giugno: l’articolo 8, arrivato dopo, non può rimettere in discussione autonomia e contratti nazionali, il governo non può intervenire modificando a piacere le relazioni sindacali, cercando di delegittimare la rappresentanza delle parti sociali, creando condizioni perché si presentino, qui e là, sigle di comodo, allestendo contratti di comodo, negando il quadro nazionale. Questa è una risposta al tentativo ripetuto di scaricare sul lavoro tutti i guai di questo Paese. Da tempo è sembrato di assistere ad una sorta di esercizio di vendetta sociale nei confronti di chi ha cercato di fronteggiare questo tentativo. L’ostinazione punitiva del governo è la dimostrazione di quanto il sindacato sia rappresentativo della società italiana. Non lo fosse, come sostengono, se ne sarebbero fregati».
«Con questa firma l’articolo 8 è stato ufficialmente dichiarato inutile ai fini della contrattazione. Le parti sociali hanno scelto un’altra strada, ma la nostra mobilitazione contro l’articolo 8 continuerà, anche, come si è già annunciato, ponendo una questione di costituzionalità. Ci rivolgiamo però alle forze politiche d’opposizione, perché si impegnino per l’abrogazione. Perché lo scrivano nei loro programmi elettorali. Aggiungo che il capogruppo del Pd Franceschini ha fatto sapere d’aver pronto un progetto di legge. Semplicissimo, un solo articolo: abroghiamo l’articolo 8. (…)
Però il governo resta… «Resta, pur rappresentando un peso insopportabile. Quando cadrà, tireremo un sospiro di sollievo e dall’estero ci guarderanno in altro modo. L’Italia ha ancora qualcosa di buono da mostrare e non merita il castigo di un esecutivo che non sa balbettare una politica economica».
Tornerete a Roma per una manifestazione nazionale? Alemanno si sentirà male…
«Saranno mesi di mobilitazione. L’8 ottobre sarà la giornata dei lavoratori pubblici, pubblico impiego, scuola, università, sui quali questa manovra peserà in modo insopportabile. E non ci fermeremo»
Articolo tratto da L’ Unità 22/09/2011
http://www.cgil.it/rassegnastampa/articolo.aspx?ID=7044