61ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro
Ogni giorno in Italia muoiono 3 persone sul lavoro, mentre si verificano in media oltre 2.000 incidenti; in un anno circa 30.000 vittime rimangono permanentemente invalide, per un totale di 775.374 infortuni accaduti nel 2010.
Queste cifre testimoniano la persistente gravità di un fenomeno che resta una delle principali problematiche del nostro paese, comportando una spesa complessiva di oltre 30 miliardi di euro l’anno. E se tra il 2009 e il 2010 si può parlare di una lieve diminuzione degli infortuni, ciò non vale per quanto riguarda gli incidenti e i decessi nel mondo lavorativo femminile.
Il tutto, peraltro, non tiene minimamente conto dello sconfortante numero di casi di malattie professionali: una realtà di cui si parla raramente, nonostante nel 2010 si sia verificato un incremento delle denunce del 22%, dalle 34.750 del 2009 alle 42.350 dell’anno successivo. E quel che più indigna l’ANMIL è l’inadeguata tutela prevista per le vittime del lavoro quando l’INAIL rendiconta un avanzo per il 2010 di 1,39 miliardi di euro.
Inoltre – invita a prendere atto Bettoni – il fatto che il calo riscontrato sia in buona parte frutto del minor numero di incidenti, anche mortali, registrati negli spostamenti casa-lavoro-casa, i cosiddetti infortuni in itinere, non è di poca importanza; infatti guardando i dati disaggregati ci preoccupa l’aumento dei decessi nel settore dei trasporti e nel lavoro femminile, nonché degli incidenti a lavoratori di età compresa tra i 50 ed i 64 anni e delle lavoratrici in generale.
“Se gli incidenti sul lavoro sono una conseguenza statisticamente prevedibile del lavoro – prosegue il Presidente Bettoni – il fatto che nel 2010 il numero di morti sia sceso per la prima volta sotto il numero di mille rappresenta un segnale positivo, ma non è ancora sufficiente…. per questo è necessario compiere uno sforzo aggiuntivo per rilanciare una nuova cultura della sicurezza che trovi nella prevenzione il suo punto qualificante”.
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