in morte dell’agricoltura
Domenica scorsa il bravo giornalista Riccardo Iacona, nel programma “Presa diretta”, ha mandato in onda un’inchiesta sconvolgente sullo stato di fatto dell’agricoltura nel nostro paese. Se non lo avessimo già capito, l’inchiesta ha confermato che il terreno agricolo non vale più niente, che hanno spazio di manovra solo le grandi concentrazioni agrarie delle multinazionali, che i piccoli agricoltori non sono messi in grado di affrontare le insidie di un mercato drogato dalla globalizzazione, che la “filiera corta” è il sogno naufragato di pochi tenaci resistenti, che hanno ragione i proprietari terrieri ad abbandonare i campi fertili e ancora di più – questa è la mia considerazione finale – a consegnarli per intero alla destinazione (speculazione) edilizia, di sicuro più conveniente. L’argomento è stato ripreso oggi da “Tutta la città ne parla” di Radio3, che monta in tempi brevissimi la trasmissione su un tema sollevato dagli ascoltatori di “Prima pagina” soltanto due ore prima, avendo un ascoltatore sottolineato come l’inchiesta avesse colpito nel cuore gli italiani ma non i media, che non hanno diffuso né approfondito il tema – gravissimo – dell’abbandono dei terreni fertili.
Se soltanto si riflettesse sulle conseguenze idrogeologiche e paesaggistiche del fenomeno, sui costoni montani che smottano e franano a causa del combinato disposto campi incolti-ipersfruttamento edilizio, se si pensasse davvero ai costi economici, finanziari, sociali, ambientali della deriva global intrapresa, se i competenti ministeri e assessorati si occupassero e preoccupassero dello smantellamento dell’equilibrio eco-sistemico dei territori, se governasse gente capace e competente e non già pedine della spartizione partitica, insomma se prevalesse l’interesse della nazione nei fatti e non nella propaganda elettorale del regimetto al potere, la denuncia di Iacona (come quelle di Gabanelli e dei pochi giornalisti che ancora perseguono queste accidentatissime vie) avrebbe fatto sobbalzare sulle poltrone chi di tutto ciò ha responsabilità, doveri e oneri e non solo onori.
Ma in Italia, come si sa, situazioni come queste sono gravi ma non serie.
Hai ragione rosanna, più attenzione a problemi così seri in cui le vite umane rischiano, insieme al paesaggio naturale, una fine terribile. Occuparsi di queste devastazioni per impedirne altre e sicuramente prossime è fondamentale come indagare e colpire i responsabili di questa incuria omicida.
L’indifferenza degli italiani davanti a problemi seri fa paura oltre dell’antiberlusconismo potremmo occuparci di cose che berlusconi ha fatto andare in rovina. L’ambiente dovrebbe essere il nostro primo pensiero ed invece non solo non abbiamo una cultura dell’ambiente ma neanche vogliamo farcela.
Gentile Rosanna, in Danimarca i verdi sono il primo partito, come un tempo fu la democrazia cristiana per noi, in Germania sono un partito di governo, in Italia la destra, conservatrice solo del proprio soldo, come può pensare all’ambiente? noi palermitani poi ci stiamo facendo scippare la conca d’oro che era fonte di introiti e di aria figuriamoci se abbiamo un’idea globale sull’agricoltura e la perdita di essa!
Cara Rosanna l’ambiente è uno dei problemi più seri del momento, mezzocielo se ne occupa si, ma forse dovrebbe farlo di più perchè il palermitano sembra insensibile anche alla pianta di basilico sul suo balcone.
saprete, cari amiche/ci che ringrazio dei commenti e delle sollecitazioni, quanto la sottoscritta sia una «rompigliona ambientalista» in trincea da decenni. E proprio per questo, vedendo che la situazione peggiora nonostante i nostri sforzi, certe volte mi viene uno sconforto tale da farmi preferire il silenzio, finché non ne posso più e sbotto. Però però, se avremo un riscontro positivo ad una lotta intrapresa per salvare un pezzetto di Conca d’oro, ve ne parlerò con soddisfazione che vorrò condividere con voi assolutamente!!!!
cara rosanna, è vero, l’agricoltura è in crisi in tutta l’italia. ma le cose vanno ancora peggio in sicilia. dove l’attuale governo affronta male i problemi strutturali e continua, invece, ad erogare contributi a soggetti che non sono nemmeno agricoltori a titolo principale, cioè agricoltori che vivono di agricoltura. la sicilia è uno scandalo anche in questo.
Ciao Rosanna sono contenta dell’attenzione meritata del tuo articolo perchè l’ambiente è qualcosa di cui prima pochi, adesso in molti sono disposti, se non ad occuparsene, almeno a parlarne è già qualcosa in un -regime- come il nostro dove il ministro dell’ambiente appartiene ad una famiglia inquinatrice del territorio siracusano e per questo condannata varie volte!
perchè Rosanna non tentate di organizzare qualcosa non so un piccolo seminario o delle conferenze che riguardano l’ambiente. Quando dicono ambiente la massa della gente pensa ai fiori nei balconi. Spieghiamo loro come scelte sbagliate sull’ambiente possono causare pericoli enormi per la nostra sopravvivenza.
caro Antonio, la tua è una buona idea e una giusta esigenza ma ti assicuro che non mancano le occasioni – non molte, ma ci sono – di parlare di ambiente nei vari aspetti che lo connotano, due giorni fa il Cepes ha parlato di energia, qualche giorno prima all’orto botanico si è parlato di rifiuti organici, mesi fa Salvare Palermo ha discusso di urbanistica …. il punto debole è che questi incontri restano limitati a chi è già interessato alla questione e invece bisognerebbe raggiungere gli indifferenti, i digiuni totali, gli insipienti ecc, e questo richiede sforzi che non possiamo affrontare da singoli privati.
Ma almeno divulgare con altri mezzi, e quindi far riflettere sulle conseguenze della questione come hai fatto tu, questo possiamo e dobbiamo farlo e io, finché avrò energie, sarò in prima linea.
Comunque, non è detto che non ci si possa pensare, a fare piccoli seminari anche per pochi, grazie del suggerimento.
sasasas