avrei voluto esserci, al Quirinale
Finalmente questo giorno, sospirato da lungo tempo, è arrivato. Anche io avrei voluto partecipare alla bella festa improvvisata davanti a Palazzo Chigi, o Palazzo Grazioli, ma soprattutto davanti al Quirinale, per celebrare la nuova festa della liberazione datata 12 novembre 2011. Liberazione da un incubo durato 17 anni, liberazione dalla vergogna di un mondo che rideva dell’Italia e del suo primo ministro, liberazione dalle barzellette triviali, liberazione da un governo nato dalla volgarità su cui ha continuato ad ingrassare, screditando leggi e istituzioni, umiliando la scuola e la cultura con tagli insostenibili, che ha irriso a tutti quelli che hanno cercato di sbarrargli la strada.
Basta anche col ritornello del “premier più votato dagli italiani e che rappresenta la maggioranza”. Non è mai stato vero, c’era un nutrito numero di persone che lo ha sempre contestato, peggio per lui se non ha prestato attenzione all’indignazione dei tanti, e lo si è visto ieri sera: non è mai accaduto che tante persone, spontaneamente, abbiano sentito il bisogno e la voglia di festeggiare la fine di un’epoca. Lo si fa alla fine di una guerra o di una dittatura, ma non si è mai fatto per la caduta di un premier “democraticamente eletto dalla maggioranza degli italiani”.
E basta anche coi diti medi alzati, coi bunga bunga esibiti come inni di liberazione dai comunisti bacchettoni, basta con le invettive ai magistrati che hanno sempre fatto il loro dovere. Sì, oggi è una splendida giornata. Per quanto mi riguarda, sorrido a chi continua a fare terrorismo sul presunto uomo delle tasse, che cosa hanno da perdere le persone che le hanno sempre pagate?
Adesso dovrebbe toccare agli altri, a chi non le mai pagate. E tanto peggio per una politica incapace e corrotta. Se si è fatta commissariare, pianga se stessa, la sua incapacità e la sua ricattabilità. Certo, anche io avrei preferito votare, ma non con questa legge elettorale dei nominati. Personalmente, non avrei votato e come me tanti altri. Ed allora voglio dare il benvenuto al prossimo primo ministro Mario Monti che finalmente ci riscatterà dalla vergogna, davanti al mondo. Non è poco, almeno per me.
(in attesa dell’esito delle consultazioni al Quirinale, domenica 13, foto rosanna che c’era)
E basta davvero! è inutile continuare a parlare di berlusconi, anche nei talk show invece di parlare del dopo si continua pervicacemente a parlare di lui, del malfattore, delle sue porcate. Basta con i brindisi e le urla, basta con le parole vuote: se si fosse dimesso prima…perché non si è dimesso? ancora, ancora…basta per cortesia. Siamo felici, l’abbiamo detto e fatto vedere nelle piazze. Ora parliamo di cosa fare per costruire e chiudiamola questa pagina di parole dette e ridette. finché continueremo a parlare e scrivere di lui ci impanteneremo anche noi. Servono parole nuove anche per costruire..la solita solfa la conosciamo a memoria e ha stancato!
Cara Fiammetta, se tu senti il bisogno di archiviare il nostro recente passato all’insegna del ” chi ha avuto avuto chi ha dato ha dato, scurdamoce o’ passato”, è una tua scelta: La nostra storia recente è fatta di questo, senza un’analisi del che cosa è successo e perchè, tanti scheletri nell’armadio ben custoditi. Io penso invece che gli italiani faremmo bene a non dimenticare, senza questa fretta di archiviare , smettendo, si spera, di continuare a mettere polvere sotto il tappeto
ha ragione fiammetta, chiudere i discorsi non vuol dire dimenticare, ma chiudere i discorsi triti e tristi dei bungabunga, del dito medio…in questo momento aiuterebbe a ragionare più serenamente e a ripartire. Nessuno dimenticherà questa brutta pagina della nostra storia stanne certa.
sono d’accordo con elena. Grazie giusi per aver espresso anche il mio pensiero
Io c’ero sabato sera 12 novembre in Piazza del Quirinale. Era una bellissima serata, c’era anche la luna. Sono andata per regalarmi un pò di sollievo, per testimoniare la speranza di un ritorno alla dignità che ci siamo fatta rubare. Forse un migliaio di persone. Una piccola folla festosa che cantava l’Alleluia, Fratelli d’Italia, Bella ciao e ogni tanto il rumore di un tappo di bottiglia di spumante che saltava. Sollievo e speranza.