Consigli per la lettura: Io e te

22 novembre 2011 di: Veronica Schillaci

“Io e te” è un titolo forte, evocativo. Parla di promesse, richiama alla memoria un legame, due persone che scelgono di percorrere insieme un tratto di una strada o che si incontrano nel mezzo di essa. Potrebbe alludere ad un amore, potrebbe parlare di un amico. “Io e te” lo ritroviamo tra testi di canzoni, didascalie di foto romantiche, titoli di poesie. Niccolò Ammaniti lo sceglie invece per un romanzo di formazione molto moderno, dove si impara a vivere a grandi ritmi. Dove il protagonista non affronta lunghi viaggi o grandi imprese prima di approdare alla propria maturità spirituale, ma viene colpito, durante la vita, con violenza da un evento significativo, che non può che alterarne l’intero equilibrio.

Lorenzo è stanco. Stanco di dovere recitare la parte della vespa in un vespaio, vorrebbe solo tornare ad essere l’insipida mosca che è. Dovere comportarsi come gli altri, a volte, è proprio un peso. «Da solo ero felice, con gli altri dovevo recitare. Questa cosa, alle volte, mi impauriva. Avrei dovuto imitarli per tutto il resto della vita?». Ma sua madre è preoccupata dalla sua introversione, non riesce a capire. Così un giorno, senza preavviso, annuncia che trascorrerà una settimana in montagna con degli amici di scuola. Racconta una bugia innocente. Lorenzo ancora ignora, mentre attrezza la cantina per la sua personalissima settimana bianca a base di videogiochi e cibo in scatola, che è possibile custodire dentro legami profondi e resistenti al tempo e che, i ricordi legati ad essi, sono in grado di riaffacciarsi in momenti del tutto inaspettati.

Tra romanzi di Stephen King e merendine sparse disordinate, nel rifugio irrompe bruscamente Olivia. Scombussola la quiete faticosamente conquistata, lo prende in giro. Si conoscono poco, lui e la sorellastra, e lei, apparendo così dal nulla, sta rovinando i suoi piani. Ma non importa, perché adesso tocca a Lorenzo diventare improvvisamente uomo, proteggere quella sorella che ostenta tanta sicurezza, che è bella da lasciare senza fiato, che non riesce però a coprire la paura neanche sotto tutto quel trucco.

E’ una storia tenera, che ci porta indietro alla nostra adolescenza e ci fa rivivere quelle difficoltà che abbiamo dimenticato. La paure che avevamo, quelle che ancora ci portiamo dietro. E’ un rapporto tenero, di due persone non ancora adulte che portano negli occhi e nei loro gesti i bambini che erano appena un attimo prima, che si riscoprono e che sembrano non essersi mai allontanati.

Che di perdersi ancora, non ci pensano neanche.

“Te lo giuro su Dio”, lei gli dice.

E lui le crede subito.

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