resoconto da Perugia
Manifestazione “Umbria libri 2011/c’era una donna”, che ha ospitato dieci testate di riviste di donne tra cui Mezzocielo, esposto nella libreria riservata alla letteratura femminile nella Rocca Paolina: tra le molteplici iniziative che andavano in contemporanea, alle 17,00 di venerdì 11 nella sala Virginia Woolf era annunziato l’incontro ”Mezzocielo da Palermo: ragione e sentimento nel contrasto femminile alla mafia”, titolo concordato con l’organizzazione che ci teneva alla fatidica parolina. Ma: «si vede che la mafia non tira più», commenta ironica l’unica ascoltatrice in attesa, in risposta al mio sguardo raggelato dal vuoto di pubblico e di padroni di casa nella saletta. Capisco che dovrò arrangiarmi da sola, la giornalista incaricata di presentarmi si è dileguata per una intervista e agli astanti che, con mio grande respiro di sollievo, nel frattempo si sono accomodati in sala occupando tutte le sedie, mi presento da me e racconto di noi.
Racconto della nascita di Mezzocielo, delle vicende che ci hanno portato a quel passo e dell’urgenza di parlarne con pensieri e voci di donne, ma parlo anche della città, del suo passato e del suo sviluppo distorto, della città bella che il tandem Gioia-Ciancimino volle «più bella» e si è visto come e quanto, parlo ad un pubblico attento e interessato delle “ragioni” del giornale che un gruppo di donne ha scelto come piattaforma di idee proposte rabbia scontento sollecitazioni, rivolte ad istituzioni solitamente sorde e perfino insofferenti alla “partecipazione dal basso”. Ho parlato dell’intento di usare l’indipendenza, perfino l’emancipazione delle donne, come grimaldello per sconfiggere, se non la mafia per cui servono ben altri strumenti, quei comportamenti anche inconsapevoli che ne favoriscono l’attecchimento e la propagazione in una società già di suo discretamente ospitale. Bene, senza false ritrosie posso affermare di aver fato breccia nell’uditorio a cui è sembrato, questo giornale e le donne che vi ruotano attorno tra chi scrive chi legge chi commenta anche sul sito che è il nostro ultimo orgoglioso traguardo, degne di ammirazione. «Beate voi che, unite e vive e attive, parlate e protestate e interloquite pur in condizioni difficili» mi ha salutato alla fine un gruppo di signore e ragazze presenti, tra cui studentesse siciliane “in trasferta”, che saluto con affetto.
Di donne come voi pronte ad andare, partire, discutere e convincere bisognerebbe che a Palermo ce ne fossero di più, brave!
donne di mezzocielo avanti tutta!