dolce, dolcetto, dolcino quanto mi piaci
Dal baciamano a Gheddafi alle volgarità contro le donne….dov’è finita la tradizionale dolcezza dell’Italia? Nel consumo degli snacks! Scherzi a parte, cioccolato, caramelle, merendine ed ogni genere di dolci contribuiscono non poco ad intaccare il borsellino degli italiani. Anche se, nel nostro Paese, il consumo dei dolci rimane inferiore a quello del resto d’Europa, la tendenza all’aumento si fa notare senza statistiche. Basta girare l’angolo e varcare la soglia di un qualsiasi panificio per accorgersi che la “dolcezza”, nella vita quotidiana in tempi di crisi, conta eccome. Le statistiche sembrano confermare questo trend e secondo i ricercatori britannici, il mercato italiano dei dolci è cresciuto del 16%, motore economico da 5,2 miliardi di euro nel solo 2010. In vetta alla classifica delle leccornie: cioccolato fondente, caramelle, gelatine e gomme da masticare. Ma anche merendine, biscotti, torte e dolci delle feste non scherzano.
Dalle rilevazioni sull’economia nazionale di Unioncamere Toscana si evince che, dal dicembre 2009 all’analogo 2010, le imprese della categoria gelaterie e pasticcerie, da 18.688 sono salite a 19.386, mentre i punti vendita cresciuti di 998 unità. Il dolce business si nutre di sfizi a fine pasto, merende e spuntini, ma strafogarsi di dolci non fa sempre bene. Esiste infatti un consumo smodato, legato allo stress, alla bulimia e allo sviluppo di vere e proprie epidemie del XXI secolo, obesità e diabete. Insomma, sì alla dolce vita …ma con giudizio!