la carità, liscia o pelosa …
Il Cardinale Tarcisio Bertone, intervistato da M. Ansaldo, La Repubblica, ha affermato «i sacrifici fanno parte della vita … la Chiesa fa la sua parte, soprattutto a favore delle fasce più deboli». I “deboli” della madre Chiesa, sono “gli indifesi” dello Stato laico. Andrea Riccardi afferma che l’Imu va pagata dalla Chiesa per immobili dove si esercitano attività commerciali: «vigilino i Comuni o chi è preposto a questo per vedere se l’imposta viene pagata e intervenga». Non entro nel merito né dell’Ici né dell’Imu, ma nel concetto di «carità pelosa: aiuto che si dà in vista di un proprio utile futuro», contrariamente alla «carità fiorita: beneficenza opportuna e assai benaccetta a chi ne fruisce».
La madre Chiesa fa beneficenza oppure “carità pelosa”? La seconda, perché la beneficenza è muta, privata, senza interessi, mentre la carità pelosa è chiassosa, pubblica e persegue un interesse strettamente personale, che può essere o materiale, per ottenere un potere economico e/o politico, oppure immateriale, quale il “regno dei cieli”. Inoltre, per me, la beneficenza della madre Chiesa è spesso elemosina, come ho trovato nell’opera I Demoni di Dostojevski: «… Voi sorridete ironicamente. E che cosa, per esempio, mi dicevate dell’elemosina? Eppure il piacere dell’elemosina è un piacere altezzoso e immorale, il piacere del ricco che si compiace della propria ricchezza, del potere e del confronto tra la propria importanza e quella del mendico. L’elemosina deprava e quello che dà, e quello che prende, e per di più non raggiunge lo scopo, perché rafforza la mendicità».
La cosa più grave, nel nostro Stato laico, è la reiterata negazione dei diritti dei cittadini e quando questo accade, scompaiono anche i doveri: ti nego il diritto e ti assolvo dal dovere, quindi rimane largo spazio per lo Stato confessionale, religioso, ossia per l’elemosina e per la carità pelosa.
Ottimo articolo Papitto, ottimo sopratutto per i concetti che è difficile elaborare con il nostro tipo di educazione ricevuta.