in memoria di Vicenzo Consolo
Era nato a Sant’Agata Militello nel 1933. Se ne va quasi con il “sorriso dell’ignoto marinaio”, la Sicilia nel cuore, la nebbia di Milano a fargli da ultima cornice. Ci aveva incantato con la sua scrittura singolare, una narrazione intrisa di immagini e di colori come solo può esserlo un’opera pittorica o la poesia. La sua incessante ricerca linguistica intreccia legami tra la memoria storica ed il suo contemporaneo disfacimento, tra la più alta tradizione letteraria e le infinite sfumature del dialetto siciliano. In tutto questo vive sempre l’appassionata interrogazione del passato e di ciò che esso è divenuto nel presente, nell’oggi carico di violenza e capace di distruggere forme di vita secolari. Così la Sicilia superba e affascinante, struggente di colori, profumi e bellezza può improvvisamente dissolversi nel decadimento e nell’annullamento dei suoi stessi colori, profumi, bellezza. Una contraddizione estrema, intensa, vivida e dolorosa resa in un plurilinguismo di straordinaria forza e in grado di disvelare il presente. Tra le sue opere, poche in realtà, ma sufficienti a darci l’essenza della sua anima di scrittore, mi piace ricordare: Lunaria, Retablo, Le pietre di Pantalica, Notte tempo casa per casa. Sono tracce indelebili di esperienze umane e letterarie che affondano in una realtà intatta e silenziosa per contrastare, in modo stridente, con un mondo votato al chiasso e alla bagarre, con un tessuto sociale disgregato che tiene la Sicilia in una sorta di trappola mortale.
Lo ricordo infine per l’impegno politico, civile, sociale.
un grande scrittore, è giusto ricordarlo per quello che ha scritto ma anche perchè era un siciliano che si è fatto stimare al nord.
Purtroppo la sua “altezza” letteraria non lo ha reso popolare, ma la qualità della sua opera lo farà ricordare a lungo.
rita Annaloro
Scrittore raffinato per essere popolare, la poesia infatti non lo è, e la sua scrittura, bene dice francesca, è capace di dare immagini e si avvicina alla poesia. ha dato lustro alla Sicilia; siamo una terra terribile ma che ha dato i natali a scrittori e scriitrici di valore e almeno di questo dovremmo essere orgogliosi.
Mi ricordo ancora l’incanto che mi prese leggendo “Il sorriso dell’ignoto marinaio”. Lo avevo comprato attirata dalla riproduzione sulla copertina del “Ritratto di uomo” di Antonello; un ritratto che mi ricordava forse un uomo che mi piaceva per quel suo sorridere ironico e accattivante. Poi fui presa dalla prosa di Consolo così ricca di immagini e di colori, come dice giustamente Francesca Traìna; un modo di scrivere che io definisco ’siciliano’ e che è comune a tanti vostri scrittori. La sua morte mi rattrista davvero.
Hai saputo trovare parole belle e significative per ricordare Consolo. Uno scrittore che resterà nel ricordo e nei suoi libri. Molto bella l’immagine dell’ignoto marinaio che hai evocato opportunamente. Ciao francesca.