un guascone al comando
Un guascone al comando di un enorme luna park galleggiante. E per una leggerezza il luna park si è trasformato nella tomba di tanti passeggeri che volevano solo un periodo di riposo e divertimento. Il comandante della Costa Concordia ha dimostrato superficialità nel gestire il naufragio, dopo aver portato la grande nave quasi a ridosso della costa. Solo per fare il cosiddetto “inchino”, un saluto speciale all’isola del Giglio dove lo chef di bordo è nato e un commodoro risiede. Probabilmente queste manovre azzardate sono in uso, ma nessuno verrà mai a raccontarcelo. A complicare ancora di più la sua posizione, il comandante, che come mostrano le riprese televisive accoglieva la sera del primo giorno di navigazione i passeggeri in smoking bianco, annunciato come una star cinematografica dal presentatore delle serate, sfilava tra le persone sedute in platea con gli altri ufficiali di bordo che lo guardavano dal palco dopo aver brindato per il buon esito della traversata, nel giro di poche ore ha abbandonato la nave prima di aver messo in salvo passeggeri ed equipaggio. Un “simpaticone” che si eclissa nel momento del pericolo, dimentico del ruolo e dell’onore che gli imporrebbero di pensare a salvare passeggeri e nave, prima di “inciampare” dentro la scialuppa con altri due ufficiali, anch’essi contagiati dal virus della codardia.
Un comportamento impensabile, per la gente di mare e per il grado di comandante. Un figlio dell’Italia più deteriore, dove arroganti senza consistenza si trovano a comandare un popolo di gente per la maggior parte onesta e fattiva. Ancor più colpevole, infatti, il comportamento del comandante se paragonato a quello del commissario di bordo, che rischiando di persona ha portato in salvo sulle scialuppe di salvataggio tanti passeggeri. E l’allarme, dato con inaudito ritardo quando già il colosso del mare era adagiato su un fianco, fa temere che non solo al suo interno possano esserci altri corpi, ma che si profili all’orizzonte un disastro ecologico per quelle magnifiche coste. Il brindisi di quella fatidica sera non ha portato fortuna, ed ancora più sfortuna gli hanno portato le registrazioni telefoniche che il capitano della capitaneria di porto ha avuto l’accortezza di fare.
Questa mattina ripensavo alle battute di ieri sera di Crozza quando affermava che anche un altro “capitano” diceva che andava tutto bene, mentre la barca affondava.
Berlusconi, Schettino. Berlusconiano ? No. Berluschettino . Quanti Berluschettino ci sono, purtroppo, in Italia nei posti di comando?
Giusto, ben detto la similitudine con il cavaliere delle nostre disgrazie è realistica pensiamo che anche lui si è temprato sulle navi da crociera!
Si anche a me è sembrato il simbolo della nostra classe dirigente passata, ora non so neanche se abbiamo una classe dirigente, guasconi pronti a negare la realtà affidando poi gli eventi a chi sta intorno che spesso se la cava benissimo e salva la faccia al capo, questa volta però l’unica cosa che non si è salvata è la faccia del capitano, vogliamo parlare anche della Costa crociere?