Consigli per la lettura: suggestioni cinematografiche da Georges Didi-Huberman
Capita, studiando al DAMS, di imbattersi in autori di raccolte di racconti quantomeno “disorientanti”, che scoraggiano la povera studentessa intenzionata a preparare con successo una certa materia. Capita dunque di imbattersi di Georges Didi-Huberman, storico dell’arte e filosofo francese che raccoglie nel libro “La conoscenza accidentale”, una serie di saggi che propongono strade laterali sui meccanismi della visione e della fruizione dell’arte. Si tratta di un testo ricco e complesso, dove è facile perdersi a causa dei confini poco marcati delle teorie su oggetti e immagini, che finiscono con lo svelare altro da quel che sembrano spiegare ad una prima lettura. Tuttavia nella raccolta sono presenti folgoranti suggestioni.
Una di queste è sicuramente “La parabola dei tre sguardi”, metafora dei rischi della smania di conoscenza propria dei critici d’arte contemporanei.
Nella parabola, dopo un’introduzione mitica, entriamo nei sogni di un personaggio definito “agrimensore del visibile”, chiaramente un critico d’arte. Nel suo sonno “anadiomene”, che immerge, risorge e si reimmerge, la Dea Afrodite gli compare concedendogli tre desideri.
Da bravo “agrimensore del visibile”, il primo desiderio è quello di “possedere uno sguardo che veda il tutto del visibile”, lo sguardo di chi veglia. L’agrimensore a questo punto viene dotato di uno sguardo in cui il mondo diventa “un immenso meccanismo di cui coglie ogni ingranaggio”, ma per lui tutto diventa un infinito e soffocante dettaglio. L’agrimensore, disgustato da tanta vista, capisce che “non è vedendo ogni cosa che si guarda un solo oggetto”.
“Afrodite gli dona allora uno sguardo che non coglie più che sprofonda: è lo sguardo di chi si addormenta ma ancora non dorme. Gli oggetti non hanno ancora perduto la consistenza del reale ma la logica che li lega inizia a fluttuare, quasi a delirare”. I confini dell’immagine così svaniscono, rendendo impossibile afferrare alcun ragionamento razionale.
Infine Afrodite gli dona lo sguardo per sognare, uno sguardo che va al di là del visibile, facendo sprofondare l’agrimensore in un sogno di biancori nel quale si perde, annega.
“Il suo corpo si trasforma nell’acqua che lo sommerge. Sente che questo è il prezzo da pagare per aver guardato la dea Afrodite”.