Sequestrata in Libia una giornalista pro-Gheddafi
Si chiama Hala Misrati, ed aveva molto colpito la sua immagine, quando era apparsa ad agosto - insurrezione e guerra civile in pieno corso – dagli schermi della televisione governativa. Pistola in pugno, aveva esortato i libici ad essere fedeli al rais, e a difenderlo fino alla morte. Nei mesi successivi era scomparsa, e molti la davano per morta. A fine febbraio invece è ricomparsa in un video-messaggio mandato in onda da Al Arabiya. Vestita di nero, con alle spalle la bandiera del CNT, il viso relativamente sereno, ha dichiarato: “Oggi è il 19 febbraio e sono ancora viva”. L’Associazione giornalisti del Mediterraneo si dice preoccupata per la sorte della donna e ne chiede il rilascio. Secondo Amnesty International “nella Libia del dopo Gheddafi è sempre più difficile indagare sui casi di abusi, in particolare nelle strutture detentive”. Di fatto, la Hala Misrati è in prigione, sequestrata. Non si sa dove, né in quali condizioni: tanto meno si conosce chi potrebbe intervenire in sua difesa.