Yulia Timoshenko: un mistero!
L’avevamo vista alcuni anni fa, anche troppe volte, in televisione e sui rotocalchi, con una bella treccia bionda arrotolata attorno al capo. Era la “rivoluzionaria-nazionalista” dell’Ucraina, fortemente (almeno così appariva) anti-russa, collegata (così si diceva) all’Occidente e forse agli USA. Bella, energica, battagliera. Divenne capo del governo ucraino, intrecciò buoni rapporti con i governi europei, ma fu poi improvvisamente sconfitta alle elezioni politiche del suo paese. Adesso è in carcere (da agosto), con l’accusa di “abuso d’ufficio” . E stata condannata a sette anni e con l’interdizione perpetua ai pubblici uffici. Una pena, almeno apparentemente sproporzionata. Il marito ha chiesto e ottenuto asilo politico presso la Repubblica ceca. I sostenitori della Timoshenko denunciano gravissime condizioni della salute della donna, che sarebbe impossibile curare in carcere. I governi di Germania e Canada hanno chiesto l’invio in loco di una squadra internazionale di medici per verificare la situazione. .
Per dare giudizi precisi, occorrerebbe conoscere meglio la situazione dell’Ucraina.
Ma sembra certo che si tratti di una violenta ritorsione politica nei confronti di una donna entrata con irruenza nell’agone politico in una regione del mondo particolarmente complessa e delicata. .