Consigli per la lettura:La fine è il mio inizio
Folco: Continuiamo il viaggio.
Tiziano: Mi piace moltissimo questa idea del grande viaggio, che poi è il viaggio della vita, ma è anche il viaggio in un’epoca. Cercherò di raccontarti questa storia al massimo della sincerità che mi sembra sia l’unica vera qualità su cui tu devi poter contare. Non ci raccontiamo balle. Non facciamo della letteratura. Pensa, tutta la vita ho manipolato parole, potrei manipolare parole fino a che voglio, è così facile ormai. Quello invece che mi piacerebbe riuscire a raccontare è … è la verità dietro le parole. Che poi è il senso di tante cose che ho fatto. Allora, ieri dove eravamo rimasti?
Nel Marzo 2004, nella fase conclusiva della sua vita, Tiziano Terzani invita suo figlio Folco a passare un po’ del suo tempo con il “babbo” nelle campagne di Orsigna in compagnia di un registratore, unico testimone dei loro lunghi incontri in cui il “babbo”, in una cornice novellistica di stampo orientale, racconta al figlio alcune scene di vita, viaggi, esperienze e sensazioni del tutto inedite. Folco raccoglie minuziosamente tutte le testimonianze orali che, in quei pomeriggi o nelle tiepide mattine primaverili, il padre gli lasciava: dalle umili origini fiorentine ai primi successi nel mondo del giornalismo, dove Tiziano ricorda con molta ironia << io non ho mai lavorato, facevo quello che mi piaceva fare e guarda caso pure mi pagavano!>>. Dalla personale e profonda delusione del comunismo in Cina e alle violenze della guerra in Vietnam. Il tutto raccolto in una cornice orientale dove un “babbo”, in qualità di saggio, prossimo alla morte racconta al figlio aneddoti personali attraversando trasversalmente la maggior parte delle conquiste e degli eventi del XX sec, trasmettendo al figlio e al pubblico quel che la vita gli ha insegnato.