il sindaco più amato sta a sud
«Eccolo là il sindaco più amato d’Italia» diceva un giornalista televisivo, presentando Tosi come il trionfatore dell’ultima chiamata alle urne, «il sindaco che nella notte dello spoglio delle schede ha risposto a 600 sms dei suoi sostenitori, che alle prime luci dell’alba è andato in piscina per una nuotata, poi ha presenziato alla commemorazione di un veronese caduto a Falluja e nel pomeriggio si è recato a visitare una vecchietta ipovedente, che chiede sussidi al Comune…» Niente da dire, una bella prova di maschia resistenza unita ad un’inappuntabile interpretazione del suo compito, che fa intuire doti non comuni nel primo cittadino veronese, già condannato in cassazione per “aver diffuso idee fondate sulla superiorità e odio razziale”.
Questa è la sua tempra, dimostrata nel 2007 quando fece sgomberare un campo nomadi e una scuola materna occupata da un centro sociale e poi confermata con varie severe ordinanze, che vietano di imbrattare i muri (se ciò non porta turismo, come nel cortile della famosa casa di Giulietta), e ben vengano gli applausi degli estimatori del genere, che evidentemente non considerano alla stessa stregua il magnifico risultato di Paolo Perrone a Lecce. Peccato, però, che risulti Perrone il sindaco più amato di questa tornata elettorale (64% contro il 58% di Tosi) il cui curriculum non è certo quello del nostro Padano (laurea alla Bocconi in Economia per Perrone e vari Master conseguiti all’Estero contro un’esperienza di tecnico informatico per Tosi), che ha ridotto le spese della sua Giunta, mentre quelle di Verona risultano fra le più alte d’Italia, che si è mostrato “a nudo” sul blog personale per mostrare ai suoi elettori tutto quello che c’era da sapere sul suo conto.
Evidentemente il suo profilo non ha fatto colpo sui giornalisti, dopo tutto, che lo hanno abbondantemente ignorato. Forse per via di quegli occhi non azzurri e di quella carnagione ambrata?